— 42 — Ma in sulla Ano del Dugcnto e nel principio del secolo seguente, tra le lotte dinastiche del* l’ Ungheria, le pericolose contese con Genova per l’egemonia sul Levante, i contraccolpi della guerra ferrarese e gli interni rivolgimenti in causa della Serrata del Maggior Consiglio, si venne formando in ltalmaxia un cumulo di ostilità, che preparò a Vencxia uno dei |>eriodi più tempestosi della sua storia. I«a fortuna itegli Angioini in Ungheria dimostrava nuovamente quanto potesse riescire pericolosa la politica delle parentele. Peggio fu quando i conti di Hribir, passando alla parte angioina, incitarono alle violenze i corsari di Aluiissa ed angustiarono le città di H. Marco. Queste a lor volta, desiderose delle perdute libertà. Adenti nelle molati1 eircostanse, attendevano il momento propixio alla riscossa. Zara si riliellò nel 1311. fn domata nel ’13. Per tenere in sua mano quella chiave del dominio adria-tic«, Vencxia concesse al comune qualche maggiore libertà, ma poco valse. Ne. all’altimo. giovò la laboriosa jiotUica che per un trentennio tra le gare e le aapiraaioni municipali, tra le fasioni ungheresi e le cupidigie dei signori slavi, stadio ette I cittadini della Palmasia non si unissero ai principi dell’entroterra e che costoro, attratti nell’orbita veneziana, tenessero gli Angioini di Ungheria lungi dall’ Adriatico. Non giovò perrbè tale politica non considerava abbastanza la sete di libertà che esasperava 1 comuni dalmati, e perché ai basava sa tu»’altra Agorà di sovrano ungherese da quella che apparve con l«uigi I il grand*.