un’ attiviti», che aveva punti di ap|>oggio e centri di attrazione nelle colonie di mercanti, stabilitisi nelle città « romane » della Dalmazia. Venezia appariva un elemento d’ ordine e nell’ ora del pericolo fu invocata liberatrice. Il Doge valoroso accorse e fece una solenne dimostrazione della potenza di 8. Marco. 1/ importanza del momento fu allora ben riconosciuta dai Veneziani, clic salutarono il loro Doge col titolo più ampio di « Duca dei Veneti e dei Dalmati • ed instituirono, per memoria e per voto, la cerimonia della benedizione del mare nel giorno dell’ Ascensione, anniversario dell» partenza di Pietro Oracolo. Negli anni seguenti il nuovo titolo ducale fu riconosciuto dall’ imperatore e dal Papa, e, cou la impresa di Ilari vittoriosa «ni Saraceni, Venezia riaffermò, come sua propria, la missione di difendere la sicurezza dell’ Adriatico. Krano gli albori del (lo ni in io. Il racconto di tiiovanni Diacono non lascia dubbio sulla soggezione cbe le genti della I>sl-mazia giurarono al Doge di Venezia. Sei fatto, tuttavia, il dominio fu effimero. Il conto degli avvenimenti dimostra cbe Venezia aveva soltanto ribadito ed esteso an patto di dipendenza, che non mutava la forma del reggimento municipale sotto i priori bizantini. Siffatta dipendenza durò, attraverso i casi delle fazioni, quanto a lungo potè esercitarsi sopra gli altri esteriori l’indosso veneziano. , Pietro Orseolo credette cbe non giovasse disinteressarsi delle cose dell'entroterra; e sostenne.