— 73 — credette allora giunto il momento anelli* per la riscossa degli slavi di Dalmazia contro « il maledetto spirito italiano », che vi dominava. La sua azione è diretta a fondare società scolastiche e letterarie e giornali slavi in Dalmazia, ma non vi riesce, perchè non trova eco nella provincia e allora ricorre al generale e balio di Croazia Jel-1 acidi. Mentre tutti gli altri deputati di Dalmazia, italiani, protestano al parlamento contro la nomina illegale di Jellacich a governatore della Dalmazia, « che fu sempre autonoma fino dai tempi romani », Petranovich ai dichiara contrario a tale protesta e due mesi dopo ( li» febbraio 1H4J* ) chiede per mezzo di Jellacich l’appoggio del ministero di Vienna, dei funzionari scolastici e dei vescovi contro « l’italianità • in I>almazfa. Ma l’assolutismo era stato già ristabilito in Austria; la corte e i generali non avevano più bisogno di altri servizi; per dieci anni non si fecero più elezioni nè comunali, nè provinciali, nè politiche; il centralismo statale, che non poteva sperare di intedescare le province adriatiche del-I’ « impero », aveva più comodo tollerare la tradizionale buona amministrazione provinciale italiana che crearne una nuova, slava. (ili italiani di Dalmazia ebbero dall’altro lato la prudenza di non accentuare aspi razioni nazionali ostiche a Vienna e di adattarsi alle nuove condizione Furono quindi laaciati in pace nelle loro posizioni dominanti con il consenso di tutta la popolazione rurale slava, che ancor sempra si sentiva con loro unita nel nome di Dalmazia. Il tentativo di l’etronovieli restò circoscritto a lui