— 204 — della loro nazionalità. Ed è necessario essere vissuti vicino o in mezzo alla lotta nazionale, aver conosciuto la breve storia dei territori subenti sui contini l’opera delle scuole italiane, aver veduto nei fatti l’irradiazione dell’ italianità sul Quarnero e sulla costa orientale dell’Istria, avere esperi montato la potenza generatrice e trasformatrice dell’italianità a Trieste, l’invincibile malia esercitata dall’ italianità sui Croati recalcitranti in Dalmazia, per comprendere pienamente quali sieno le superbe e vaste energie dell’anima nazionale, quale potenza d’espansione sia in essa racchiusa. Queste energie e questa potenza costituiscono un fatto, un aut aut che deve essere riguardato tra i decisivi a creare lu necessità per la ripresa della Dalmazia. Cioè il commercio e l’emigrazione italiana si impadroniranno «Iella Dalmazia anche se non sarà sotto la sovruuità dell’ Italia. Da Venezia. da Trieste, da Fiume, da Ancona e da Bari vi sarà una convergenza di forze nazionali su quella provincia a cui essa non |>otrà sottrarsi. Che succederà! Si creerà nell’Adriatico m» problema parallelo a quello limitino, gravido di germi IR’ricolosi, contenente una continua minaccia di conflitto e probabilmente reso più acuto di quello tunisino dulie secolari tradizioni che renderanno inevitabilmente la Dalmazia teatro di lotte di razza. Epperù l’italianità della Dalmazia o è un problema che si risolve ora insieme agli ultri ndriatici o è un problema che imporrà una soluzione — e questa non potrà avvenire che con un’altra guerra — in un tempo non lontano.