«lei Croati di Dalmazia, il fatto che in iilcuni ili-stretti dell’interno, ad es. in quelli di Knin e di Dernis i contadini croati quando vedono un ¡strumento agricolo nuovo od una nuova razza di galline o di pecore, per definire la novità usano l’aggettivo taljanxko (italiano). Sono iufine da prendere in considerazione per la restituii« in integrum dell’italianità in Dalmazia, nella Liburnia e nell’isola di Veglia, gli effetti ampiamente benefici che i sistemi liberali del regime italiano avranno su popolazioni abituate ad un regime repressivo, trasformato allo scoppio della guerra in un vero e proprio regime ili terrore tirannico, coi medievali sistemi degli arresti in massa, dei campi di repressione, degli ostaggi e della soppressione il’ogni libertà. La conquista italiana sarà una liberazione per tutti i centri più importanti e sarà sentita come nn avvento di libertà: forse nelle campagne croate, dominate «la preti fanatici o serbofobi e da superstizioni autitaliane, ci potrà essere della resistenza. ma essa non avverrà in nessun luogo per un ¡«leale croato od a favore «Iella Serbia, si bene soltanto a favore dell’Austria. Quando però le campagne, come quelle di tutto il mondo aliene dalle grandi idee politiche e solo intente al loro benessere materiale, vedranno la Dalmazia mutar vita e da provincia trascuratissima trasformarsi in provincia sfruttata economicamente e vedranno l’agricoltura e la viticultura soccorse debitamente e le terre congiunte da strade e da ferrovie, e la siccità combattuta coi mezzi della scienza moderna, comprenderanno d’altra parte che tutto