d1 OH episcopato a Non» e vi sostituì un’ nrcipre-tur» e finalmente il papa leeone VI restrinse alla »ola diocesi «li Scantona i diritti dell’ ex vescovo di Nona Gregorio, il quale pretendeva lieti tre sedi episcopali. Meutn« queste vicende si svolgevano, i Naren-tani continuavano le loro scorrerie per il mare Adriatico e loro si contrapponevano dal nord fin dall' Hai» i Veneziani, dal sud i vicini ragusei. Itagli*» e Venesia si trovano unite dapprima nella lotta comune contro 1 nareotani e contro i saraceni e quando questi ultimi nell’xtO dopo aver »«salito ltudna, Kiiono e Catturo, posero a Itagli*» un assedio, che durò quindici wmì, i Veneziani mossero al soccorso. Ma la gelosio, che si manifesto in qne' tempi fra tutte le repubbliche marinare d’Italia, venne rivelando«} di là a poco anche fra ¡taguan e Venezia, le due concorrenti nell’Adriatico, come nel Tirreno l’ina e Genova. Kognsa »’oc-coniò con i principi goto-alavi della Zenta, eh’esrn riforniva di merci facendo lauti affari, ed anche con i Narentatii, che avevano maggior timore di qnella città vicino, la quale poteva aasulirli ad ogni istante mentre i loro navigli fossero lontani. Perciò Kagnsa non ebbe piti a soffrire di qaei pirati, che invece seguitarono u corseggiare sulle coste istriane, dalmate e venete, giungendo Odo a Grado ed a Comocchio. I«e ormi venete ebbero vario fortuna, e ai rivolsero j«ertino contro Kaguaa, che nel 01* « stento si salvo dal loro assalto improvviso, tonto che attribuì lo sua liberazione a San Itiogio, eletto per ciò patrono dello città. K da allora il vessillo di Sun Itiogio w>|co i mari re-