maio il Vecchio, tiranno «li Siracnsa, ricalcando le orine «logli Ioni, 0 «lei Dori che già in a«idietro si erauo inoltrati |>er l’Adriatico, intraprende nna politica commerciale e militare, che pii» tardi vedremo rinnovata da altri, verso la penisola italiana, cerca cioè di stringerla da sud occupando la Sicilia e da est, poggiando sulla Dal-masla. Quasi di fronte sulle due sponde a«lria-tiche egli foudn le colonie di Aucona e di Trai!, stringe contro gli Ktrnschi e contro gli Illiri amicizia rou i (Viti, pone a Lisa» < Alessio) una (lotta e nelle isole dalmate vieti conducendo nuove colonie, co«) ad issa ( Liasa) cosi a Paria il/esina). Quest' ultima in specie mise 1’ allarme fra gii illiri. che guidati dagli .ladani ni (Zaratini) posero Passodio a Faria nel .1*3 uv. (t. ma la dotta greca sopraggiunta li aconflwe. «Wftot isi ’Ia5a-l!vw« «al Tt»v r>ppiywv :i ìtùx. ( / Fmrii U armi loile fi» ./adattai«- dayh miltmii i dice il frammento della stella commemorativa che anc’oggi ai conserva. In seguito a ciò i lìmi ehlwro durante meuo secolo II dominio Incontrastato dell’ Adriatico, non pio appartenente agli Illiri nè all’ etnisca Adria. I (talli, intlltratisi fra gli illiri a sud, «liedero origine ad un regno celto-illirico da distinguersi da «|uello Ultra-libumico più settentrionale, che non ai estendeva oltre il Narenta: del primo che confinava con il loro paeae. gli storiografi greci ci han lasciato piò diffusi ricordi. Il più potente dei suoi re. Agnine, attorno al 340 av. G. C. domino lutti gli illiri. anche i libami, e divenne pericolosiaaimo per le colonie greche ed infaato a lutti Ì naviganti nell’ Adriatico, da Ini corse«-