quasi tutti imbevuti (li civiltà italiana e conoscono tutti l’italiano. I contadini analfabeti seguono inconsciamente il prete e il gendarme. Economicamente gli italiani sono proprietari di almeno due quinti di tutta la ricchezza immobile della provincia intera e, se si tolgono i territori dell’ antica gloriosa repubblica marinara di Rugosa, vissuta indipendente tino al 1SOH, e delle Bocche di Cattaro, senza alcuna esagerazione almeno la metà della proprietà fondiaria di Dalmazia è iti mano degli italiani, senza tener conto della ricchissima mano morta delle chiese e dei conventi ”). Le industrie più importanti in Dalmazia furono fondate da italiani e in gran parte sono ancora esercitate da italiani: i celebri rosoli (maraschino) di Zara, i liquori di Spalato e delle isole, la polvere insetticida di crisantemo (Sebenico), le fabbriche di (inste alimentari (Sebenico e Spalato) e di conserve di pesci (sardine di Lissa e Comisa ) e da pochi anni la floridissima industria del remento di Spalato (primi fondatori Bettiza e «ìilardi ) alimentata da ricchissimi inesauribili giacimenti di marna ; recentemente si scoprirono pure ricchi giacimenti di bel marmo. La navigazione, che negli ottimi porti naturali della costa dalmata trovò sempre il suo maggior incentivo, ebbe pare grande impulso per opera di società e **) I maggiori prodotti dalia terra in Ualtnaaia «oso par ordina: il vino, il può. l’alio, le mandorle, la autaraacbe (donde il celebre maraschino di Zara), il cri «on temo «, «pe rial mente »alle isola, erbe aromatiche « farmaceutiche. La peaea oltre il pome