— 117 — fuso cou i vecchi partiti croati antiitaliani, ma stava patteggiando, stava preparandosi all’avvento al potere; era quindi necessario seguir« il governo almeno nella tanto facile e rimunerativa lotta contro gli italiani, (lift subiva aneli’esso la sorte dei partiti vecchi: si staccava anche da esso un’ala più giovane dei a nazionalisti iugoslavi », studenti universitari e seguaci loro, resi fanatici e temerari dalle vittorie balcaniche nelle guerre del 1911! e 191.1. K a questi vennero dati il consiglio e l’ordine — sarebbe stolto volerlo ignorare — dalle sfere direttive del imrtito in Serbia: distruggete ogni resto di italianità 111 Dalmazia, se volete quella provincia unita alla Iugoslavia. Soltanto cosi si spiega il rincrudimento feroce della guerra di «sterminio fatta all’elemento italiano in Dalmazia negli ultimi due anni da tutti i partiti slavi coalizzati insieme e concordi soltanto in questo punto dei loro mutevoli programmi. K ne abbiamo la prova migliore nel fatto, che il più feroce persecutore di tutto ciò che sa[>eva d’italiano in IHilmazia era il giornale /xutara (bandiera), un giornale — redatto purtrop|*> da un tiglio di famiglia italiana di Spalato, nobile de Tartaglia — che fu fondato indubitatamente con denari provenienti da Belgrado e che a Belgrado aveva i suoi collaboratori più in vista. Quello che mai Ano allora era stato osato nelle lotte nazionali non solo in Italmajcia, ma in tutta l’Austria, fu osato da questo periodico in barba a tutti i codici austrìaci, che pareva avessero vigore soltanto contro gli italiani, non a loro tutela! Numero per numero la Za*farà indicava