— 43 — Luigi miro subito «I mar« per «tendere dalla cohtu drlla Dal macia la mano agli Angioini del Itenmc e per togliere l’Ungheria dall*isolamento orientale, ma tal disegno, rbe richiama alla memoria il sogno dei Normanni, non poteva rotn-piemi «in rbe durasse un dominio veneciano Rulla Dtlnutia e sull’ Adriatico, i'er ciò re Luigi e Veneti» al trovarono subito a fronte, e furono tenari ed irreducibili nemici. Dal 134.» al 13*1 le due guerre intorno a Zara due volte ribelle, le ostilità dei comuni dalmati imitai dami ti dalla proteciona ungherese, molti epiaodi della guerra Carrarrae e della guerra di Cbioggia nono riprese di qneato tremendo duello in meteo alle maggiori lotte dell’ Dalia e del-l’Oriente. Nel '4«, dopo una strenua resistenza, Zara dovette abbandonarsi alla mercè della Repubblica e fu trattata eome terra di conquista. Ma dieci anni appresso Lauri, non pit impedito dai contrasti del Reame e dalle guerre d’Ungheria, chiamo a raceolla tutti I rivali della Repubblica, e nel '-Vi* sradico dalla Ifcslmacia la potenca vene-ciana, costrinse il Itoge alla riouncia del titolo e del dominio, nell "HI ottenne che la pace di Torino ri badi«** la rinuncia e proclamasse la libertà del mare. Lnigi potè credersi prosai ino alla meta. He non che, dopo I lunghi aamiti, tutti I nemici di Veoetia si erano logorati nello aforco supremo; Veoecia sola fi era ritemprata per pift alti destini. E fu ventura d‘ Italia che Venezia rvwistease. He nel nome d'Augia, eoa la rovina della Re-