— 84 — va sue all«- prime elezioni in dominio assoluto incontrastato nei primi due corpi, nelle camere di commercio e specialmente nelle città. Era un dominio legittimo c democraticamente giusto per lo meno quanto quello, die oggi — però con un anacronismo di mezzo secolo — nella stessa Dalmazia grazie alle stesse leggi esercita la neocreata borghesia croata. Con la differenza, che i rappresentanti italiani, fedeli alla civiltà della stirpe loro, assieme con le borghesie dei popoli più evoluti dell’ Austria erano una garanzia del costituzionalismo appena nato, mentre i rappresentanti dei popoli slavi dell’Austria — concesse pure alcune attenuanti, che qui sarebbe lungo enumerare — divennero i fautori più fidati della reazione aulica militare e clericale 5 ). Ix* prime elezioui per la dieta provinciale diedero soli quattordici mandati (sa 43) al partito slavo, che per poter con pretesi ideali democratici ed economici ingannare e attrarre nel suo campo anche i dalmati italiani non osò ancora per molti anni dirsi partito croato nsando invece il nome sibillino di « partito nazionale *. I quattordici collegi erano formati dai cosiddetti comuni * > guanto poco ini niente itnuomtira c quanto poro «in-rcramente nuionale aia »tal» la lotta nona nel comuni orfani agli italiani, lo prova fi fatto, che proprio il tono corpo. formato in maggior parte dai contadini parlanti alavo, rimase il piti fedele nelle elezioni al partito italiano (autonomo > • Ano a pochi anni fa mandava »ei cooaigli comunali dì parecchie citta rappresentanti italiani o italoflli (Spalalo. Liana. Sere«i «olla Braium. Vcrboara di Leaio*. Ziarin. Pago ecc. ).