— 129 — compiuta tra 1’». 221) ». C. «• il secolo successivo, fu il primo posso alla romanizzazioni* dell» penisola balcanica, coronata con la conquista dell» Dacia nel 107 <1. e il latino venne estendendosi dall’ Adriatico »1 Mar Nero e dai Carpasti »1 l’indo, trattenuto dall’ avanzare più oltre verso mezzogiorno da un solo poderoso argine, la tinga» greca. La linea di divisione fra le due grandi lingue della civiltà antica e mondiale, può segnarsi fra Lissus ( oggi Alessio), oppure fra Du-razzo, sull’ Adriatico, e Costanza sul Mur Nero, dal territorio albanese, ove così profonde sono ancora le traccie del latino, al territorio rumeno, l’estrema difetta, anche oggi, ed anzi oggi più clic mai vallila e vigile della latinità nell’oriente. Purtroppo, di una co«) stupenda conquista della civiltà di Roma il superstite solo è il rumeno! Anche i linguaggi latini dell’ Adriatico sono scomparsi. I’uò credersi che fossero due, l’ano dal-l’odierna Albania settentrionale al Montenegro; l’altro sulle coste dalmate; o che almeno l’ano e l’altro dialetto cominciassero assai presto a distinguersi tra loro per lo svilupparsi di differenze abbastanza considerevoli. Del primo, il più meridionale, abbiamo ben») qualche incerta notizia ma nessuna traccia, se non quell’elemento latino (o parte almeno di quell’elemento latino ) che dicemmo esser penetrato co«) nell’ intimo dell’ i* dionia albanese; il secondo, invece, se ora è an-ch’esso scomparso, non è pero scomparso da molto tempo, come vedremo, e fu il vero linguaggio originario della Dalmaxia. il linguaggio della sua vero anima, della sua indomita latinità. Solo assai