— <» — »(l’anno tragico, quando I» fiotta italiana roni|>arvo nell’Adriatico, a Zara, a Spalato, a Se ben ¡co, a Lista, in più altri luoghi, le donne cucivano in »coreto i vessilli tricolori, i quali avrebltero d’improvviso salutate le squadre, vittoriose e liberatrici, dell’ammiraglio Persano. Lo sciagurato, invece, minò le sorti d’Italia nelle infauste acque di Lissa. Per la Dalmazia incominciò il più grave latto. • • • Nicolo Tommaseo, in sai ponto di partire per l’esilio. salutava i VenecianL, ritornati in servitù, con queste parole: « - e vorrei anche patire per voi: e nel mio esilio e nella mia solitudine scriverò le vostre lodi ai popoli che non v'hanno conosciuti, che v’ hanno abbandonati, e invocherò la gloria e la libertà sulla vostra fronte e de’ Agli vostri ». Queste parole, da Venesia libera e trepidante nell’incertezza del tempo, sieno ripetute per voto, pensando ai Dalmati, ai fratelli nostri non ancora redenti. P. L. Ramrai.di.