— 127 — alla chiesa nelle due ore fissate della mattina prima di recarsi al bazàr e della sera quando ne ritornavano. Vi era in città la Congregazione Mariana che però aveva perduto il suo antico fervore. In questa occasione i congregati s’incaricarono non solo «i» approfittare essi stessi della grazia provvidenziale degli esercizi, ma di raccogliervi quanta popolazione fosse possibile. 11 terzo giorno pareva dovesse scoppiare la guerra per cui si chiusero i negozi e i magazzini del bazàr che non si riaprirono più fino a esercizi finiti. La guerra si protraeva di 24 in 24 ore per le intercessioni delle varie bandiere, e fu provvidenza il e si venisse a un accordo e s’impedisse, per allora, un macello umano. I fatti si erano svolti nel modo seguente. Verso la fine di settembre era partito da Gjakova il kaj-makàm. In quella città questi si cambiavano spesso, perchè il popolo era avvezzo a far quel che voleva. Un forestiero non vi era tollerato, uno del luogo non si temeva, e così la città versava in continuo pericolo di agitazioni e tumulti. Non v’era nessun ritegno fuor che il timore delle vendette private, poiché per riguardo al Governo nessuno tralasciava di rubare o ammazzare. Il kajmakàm poi non s’impicciava nei delitti privati se non sperava di farvi qualche buon guadagno senza rischio e pericolo. Le aggressioni e le uccisioni vi erano continue e gli stessi sacerdoti quando andavano per ammalati, dovean essere accompagnati da gente armata, altrimenti il meno che potesse loro succedere era vedersi rubato il cavallo. Nel caso nostro dunque si trattava di mettere in luogo del kajmakàm forestiero che partiva, un certo Rizà Begu del luogo, ricco e fornito di abilità personali e che aveva dalla sua un forte partito. Si diceva che il Governatore di Ipek avesse promesso a Rizà quel posto purché gli avesse consegnato un certo Cùrraj, uomo prepotente e temuto dallo stesso Governo. Rizà raccolse subito quelli del suo partito per assalire il Cùrraj, ma questi, accortosene si mise sulle difese circondandosi delle forze del suo partito; anzi unitosi con vari suoi partigiani e specialmente col Muftì, personale nemico del Rizà, mise costui in timore costringendolo a differire l’aggressione. Intanto si assoldava gente da tutte e due le parti e quanto più si andava differendo il