— 54 — giosa sotto forma di protettorato e di capitolazioni, i trattati di commercio, le scuole. Se questo introduceva innegabilmente nel paese nuovi elementi di cultura e di progresso, e se al cattolici-smo dava coraggio a presentarsi all'aria aperta, fatalmente portava pure il vento di una corruzione sconosciuta e di un indifferentismo pericoloso. Questo movimento nuovo era rappresentato soprattutto dall’attività politico-religiosa dell’Austria e del Montenegro, e dalla politica massonico-liberale deiritalo-albanese Francesco Crispi. Il Montenegro contro cui avevano lottato per istinto di razza e di conservazione senza tregua e lottavano ancora gli Albanesi non costituiva direttamente un pericolo: l’Austria era protettrice ufficiale del culto cattolico e manteneva le scuole su basi prettamente religiose, e non poteva far danno all’Albania se non forse col corteo d’impiegati e funzionari che svolgevano il programma culturale e politico di Vienna e che furon di fatto causa alle volte di corruzione e di discordia. La sua influenza poco fausta e alle volte nefasta fu piuttosto esercitata nelle scuole a cui mandava i giovani albanesi; scuole e università rette da tutt’altri principi da quelli che erano ufficialmente sostenuti in quella che si considerava come una futura conquista dell’aquila di Absburgo. La massoneria italiana, a traverso il governo di cui teneva le redini, nemica sempre del papato e però del cattoli-cisino, in Albania svolgeva certamente a traverso le scuole fondate di recente un’azione di fatto pochissimo favorevole alla religione e ai buoni costumi, ispirandosi a un liberalismo che non faceva punto mistero delle sue tendenze irreligiose e corruttrici, sebbene non tutti i maestri fossero ugualmente irreligiosi. L’autorità religiosa di Scutari se n’era giustamente allarmata; le famiglie che mandavano i fanciulli a quelle scuole alle intimazioni deU'autorità ricalcitrarono; ciò fra l’altro diede occasione alla missione dell’autunno del 1896 nella cattedrale di Scutari. Da questo si comprende come il missionario si trovasse di fronte a un ambiente già assai diverso non solo da quello dei monti o dei villaggi ma da quello stesso tradizionale della città. Bisognava ricondurre il popolo agli austeri principi della morale e della disciplina cattolica, e metter un freno agli