— 19 — e non ci aveva che fare col patriarca di Bisanzio. La Prevalitana, in altre parole non faceva che passare dalla giurisdizione del Vicario di Tessalonica, a quella del Vicario di Giustiniana Prima, che non dovette durar molto, poiché dopo l’anno 602 perdiamo la traccia di questa sede primaziale come pure delle diocesi che ne dipendevano. In questa data Papa S. Gregorio M. scriveva al primate Giovanni di Giustiniana relativamente a un vescovo di Doclea. Quel che importa notare, insomma, è la perennità, per quanto si può rilevare dai documenti rimasti, della dipendenza giuridica e spirituale della Chiesa di Scutari, da Roma. Dioclea, città ricordata già sotto il regno illirico di Genzio, posta alla confluenza della Zeta con la Morata sopra l’odierna Podgorica, e divenuta capitale della Prevalitana quando questa diventò provincia autonoma, pure non ebbe fin da principio il diritto metropolitano. Invece questo diritto apparisce come inerente alla Sede di Scutari nella serie dei primi vescovi tramandati dai documenti. Essi cominciano con Basso (?) nel 392, e finiscono con Costantino nel 602. Anche di Dioclea non sono ricordati che tre vescovi, Evandro nel 451, Paolo e Nemesio nel 602. Succede un periodo oscuro per l’una e per l’altra, durante il quale si sa solamente, congetturando dai documenti posteriori, che tale diritto passò da Scutari a Dioclea. Probabilmente ciò dovette avvenire quando questa città divenne il capoluogo della provincia slava omonima. Carlo Pooten col Farlati parlano di un arcivescovo diocletano, Giovanni, che avrebbe lasciato il suo nome alla storia verso il 900, ma bisogna notare che dal sec. VII in poi la grande e bella città illirica dei Diocleati era diventata un deserto, per cui cade l’affermazione che sia stata distrutta da Simeone re dei Bulgari nel 927 e che in tal circostanza l’arcivescovo Giovanni si fosse rifugiato a Ragusa a cui avrebbe trasmesso il titolo e il diritto metropolitano. Di tutto questo non sappiamo nulla poiché non abbiamo documenti certi che lo provino (v. cit. del Rovinskij negli AAlb. I. p. 10). Una cosa sembra sicura, che verso i primordi del sec. XI Antivari fosse sotto la giurisdizione di Ragusa (AAlb. I. n. 60). In seguito, al tempo dei Commeno l’autorità di Ragusa andò a mano a mano