— 59 — dell’anno precedente, ma d’accordo coi parroci, per forti motivi di prudenza, s’era stabilito di non riprender la predicazione se non nella quaresima di quest’anno. Il campo era difficile. La vicinanza di quelle parrocchie al Montenegro, poteva ingerir sospetti nelle autorità politiche. D’altra parte il bajrahtàr di Hoti, musulmano, con danaro che egli pretendeva aver ricevuto dal vali di Scutari, e invece gli era stato dato da alcuni turchi di Scutari, corruppe alcuni capi cristiani perchè impedissero l’andata dei missionari alle parrocchie di Hoti e Gruda. Abbiamo vista questa manovra l’anno scorso davanti a Abdullàh Pasha. Il nuovo governatore Edìb era stato immediatamente circonvenuto dai nemici delle missioni. Ora il ritardo di queste fu preso come un trionfo dal partito contrario, e il popolo che voleva assolutamente i missionari ne era andato sulle furie e minacciava vendetta. I Padri Francescani assicuravano la popolazione che s’era semplicemente differito e non per riguardo alle opposizioni fatte. Parole gettate al vento. Si disse che anche i Padri Francescani fossero avversi ai Gesuiti e cercassero ingannare il popolo. Vi fu un punto che quei Padri se la videro brutta e temettero disordini. Perciò il M. R. P. Pro-Prefetto aveva scritto in ottobre all’Arcivescovo sollecitando la partenza dei Missionari. Impossibile; i Missionari erano già partiti per le montagne di Puka, e ricevettero la lettera un mese dopo. Mgr. Guerini mandò una circolare ai cattolici della Prefettura di Kastrati assicurandoli che in Quaresima avrebbero avuto luogo le Missioni. Gli animi però non si calmarono del tutto e il partito contrario profittava per impedire ad ogni costo il ritorno dei Missionari. Venne la quaresima quando bisognava riprendere quelle missioni, ma ecco sorgere un altro imbroglio: tutto insomma faceva correr l’animo a funeste previsioni. In quella quaresima la storia dei missionari s’intrecciò in modo si può dir tragico con altre vicende che misero a sconquasso il paese. Il racconto che ne fa il P. Pasi è così vivo e interessante sotto ogni punto di vista che crederei sciuparlo, accorciandolo, e però di tutto quel che avvenne e del lavoro fatto fin verso la fine d’aprile lasciamo che ce ne scriva la penna mirabile del nostro protagonista in questo dramma storico della sua opera.