— 18 — documenti, la situazione di Scutari dal punto di vista della cultura è così descritta dal Mommsen nel suo Y volume della Storia di Roma (Berlino 1927): « L’incivilimento e la romanità della Dalmazia è uno dei fenomeni più carateristici e più importanti dell’epoca dei Cesari. Il confine fra la Dalmazia e la Macedonia è a un tempo il limite politico e linguistico fra l’Occidente e l’Oriente. Presso Scutari si toccano come i territori soggetti al dominio di Cesare e di Marcantonio, così dopo la divisione dellTmpero del IV. secolo, quelli che obbediscono a Roma e a Bisanzio. Qui confina la provincia latina della Dalmazia con la provincia greca della Macedonia, e vivamente attiva e superiore, con tumultuante opera di Propaganda sta qui la giovine di fronte alla sorella anziana ». (pag. 186). Bisogna notare che verso la fine del III. sec. la provincia della Dalmazia era stata divisa in Dalmatia Salonitana e in Prevalitana; questa comprendeva Uoclea (Dioclea), Scodra (Scutari) e Lyssus (Alessio), e abbracciava un territorio esteso a Nord-Ovest fra il golfo di Cattaro e l’odierna Serajevo, e a Sud-Est fra lo sbocco del Matja e la catena dello Shar-dag sopra il Drino Nero. Tanto i Vescovi della Prevalitana, però, come quelli deìVEpirus Nova sebbene fossero politicamente soggetti a Bisanzio, pure continuarono a dipendere dalla Chiesa di Roma o direttamente o per mezzo del Vicario pontificio di Tes-salonica. Non ostante tutti i tentativi del Patriarca di Costantinopoli per attrarre nella cerchia della sua giurisdizione le diocesi dei territori a cui accennammo, non vi riuscì. L’Imperatore Giustiniano, seguendo un criterio politico, nel 535 assoggettava fra le altre provincie ecclesiastiche, anche la Prevalitana, alla nuova Sede primaziale da lui creata, di Giustiniana Prima (l’antica Bederiana, presso Scopia). Troviamo che 10 anni più tardi, il decreto del 18 marzo 545, attribuiva definitivamente alla detta Sede le provincie che appartenevano alla diocesi civile della Dacia fra le quali c’era appunto anche la Prevalitana (Zeiller, Orig. Chrét. etc. pag. 149 e 390). Anche il primate di Giustì-niana, però, accanto a quello di Tessalonica, dipendeva dal Papa di Roma che ne confermava l’elezione ratificata dall’imperatore, e gli mandava il pallio. Era un semplice vicario pontificio