che ebbe sotto di sè Alessio e Dioclea. Poiché le diocesi che poi si moltiplicarono nel suo territorio passarono naturalmente sotto il diritto metropolitano di Ragusa o di Antivari per rimanere definitivamente sotto quest’ultima finché furono portate via dal turbine dell’invasione ottomana. Siccome però di fatto la giurisdizione di Scutari archidiocesi si estese sopra tutto il territorio occupato dalle diocesi suffraganee di Antivari, eccetto Arba-num, per conseguenza faremo un semplice cenno delle diocesi scomparse di Suacium (Sva§), Drivastum (Drisliti), Balesiutn (Balèz) e Didcigno. A Dioclea abbiamo accennato, e di Sarda e Dagno pure abbiam detto parlando della diocesi di Sappa. Di tre fra queste diocesi rimangono le rovine delle Sedi Episcopali : di Suacium o Shasi sopra il laghetto omonimo, non lontano dalla riva destra della Boiana; di Drivasto sopra un grande scoglio allo sbocco della valle del torrente Kiri; di Ba-lesio sopra uno sperone alla confluenza dei due torrenti che formano il Rrjolli nel territorio della tribù omonima. Il mare salvò Dulcigno dalla distruzione. Son rovine di fortezze e di chiese che fanno semplicemente rimpiangere la floridezza di uf tempo sullo sfondo della maschia potenza delle montagne. A Svag abbiamo una serie di 27 vescovi per quanto si può rilevare dai documenti e da una iscrizione di tra le rovine citata dal-l’Ippen (an. 1262 episcopus Marcus), contando anche gli anonimi. I due primi anonimi di cui fa menzione il Farlati si fondano sopra due false basi storiche: il Concilio Deimitano e il supposto naufragio dei Vescovi alla ’ Punta dei Vescovi ’ (1030), per cui, il primo Vescovo di questa chiesa di cui sia rimasta memoria è Basilio (?) nel 1142; Tommaso chiuse la serie nel 1530, quando la città e la chiesa scomparvero sotto le rovine. Drivasto forse perchè protetta dalle montagne ebbe, anche come Sede Episcopale, vita più lunga, e pel numero dei cattolici e per esser meno esposta alle molestie dei Turchi. La serie dei suoi vescovi, quantunque non sia sempre chiara per le interposte lacune, pure ce ne presenta, contando anche gli anonimi, 33 circa. E ora la vecchia e rubesta cittadella dentro le cerchia di mura sgretolate dal tempo non offre allo sguardo inorridito di tanta desolazione che qualche mozzicone di chiesa,