— 214 — dirato al Pontificale che Mgre fece per l’ordinazione al diaconato di tre giovani, che cacciati dall’Ordine francescano furono accettati per questa Archidiocesi, il popolo era pronto ad alzarsi ed uscir di chiesa. Lo stesso si dice che si farebbe qualora io volessi dare la Missione. Il P. Genovizzi però, come nuovo, sarebbe ascoltato. Le principali accuse contro di me sono: 1) Che stava pel Console e Governo Austriaco e che nelle prediche della Missione io faceva la politica dell’Austria; allora non se ne accorgevano, lodavano, piangevano, obbedivano, ma se ne accorsero più tardi. 2) Che nelle missioni cerchiamo di far danaro, ed io ho mangiato le limosino offerte al S. Cuore (e non le ho avute nemmeno in mano io, ma i Sacerdoti e Capi dell’Apostolato della Preghiera, i quali possono dichiarare quale uso n’abbiano fatto). 3) Che in qualche luogo ho indotto furbescamente qualcheduno a regalare al S. Cuore lo schioppo (e io poi glie l’avrei pagato o restituito) affinchè dietro tale esempio anche altri lo offrissero e ine li appropriassi. 4) Se io amava i Cristiani di Prisren perchè non aiutarli, parlare e scrivere per loro, e anche dare il sangue per sostenere la loro causa a Roma e dove occorreva, io che faticava tanto altrove a pacificare i sangui e gli odi in altri luoghi? Perchè non scriver loro qualche lettera e animarli e consolarli? 5) Quando fui qui due anni e mezzo fa un villaggio cristiano detto Salagrascda era vessato dai Turchi ohe cercavano farlo turco; fu ricorso all’Arcivescovo, al Console A., al Governo di Prisren per aiuto; si voleva da Mgre che io in quella circostanza andassi colà a dar la Missione; prima di questo e altri fatti compromettenti io avea accettato di andare, ora giudicava imprudente e pericolosa la mia andata (il Console era del mio parere). Di questo fatto si fa un forte capo di accusa: il P. Pasi non ha voluto andare a Salagrascda per obbedire al Console Austr. Si dicono pure varie altre sciocchezze, nulla però contro la moralità finora. In mezzo a tanto odio e a tante mormorazioni io sono tranquillissimo, perchè conscio di mia innocenza. Non ostante il detto di sopra, è comune parere che si debba dare la Missione a Prisren quanto prima e la darà il P. Genovizzi. A Scopia e Ferisovic dove sono cristiani di Prisren, regnano presso a poco i sentimenti dei prisregnani contro di me, benché in minor proporzione. A Giacova, Ipek e nel resto della Diocesi amano i cristiani e stimano e desiderano me e gli altri della Compagnia. Preghi, P. Provinciale, per questa povera Archidiocesi affinchè Dio non abbandoni questi pochi cristiani come ha fatto con tanti altri albanesi. Gli spropositi che si sono