— 370 — forse certuni crederanno eccessivo il linguaggio del P. Pasi o i miei apprezzamenti sulle condizioni morali e religiose del popolo albanese. Gli scrittori citati intendono coi loro ammonimenti severi, aprire gli occhi ai propri connazionali perchè si metta mano seriamente alla correzione, nè altro intento il P. Pasi e io ci siamo proposto dicendo, quanto è possibile, la verità. Inoltre noto che P. Fishta e P. Dòdaj parlano di questi ultimi anni, P. Pasi e io di alcuni decenni or sono, o addirittura di alcuni secoli fa. E la storia anche dell’Albania come di tutti gli altri popoli, dev’essere pure veritiera, in conformità ai documenti. VII. Nota sulla Cultura in Albania nei sec. XV e XVI. È notevolissimo, ciò che si trova in perfetto accordo con quanto abbiamo detto nellTntroduzione sull’invadenza dello scisma in Albania, che anche fuor degli Atti Ufficiali di Cancelleria che alle volte erano stati scritti in serbo, vi s’incontrano pure dei libri in lingua serba, e caratteri cirilliani, stampati nella Zeta e Albania del Nord. Il primo libro di cui abbiamo notizie è un Osmoglasnik o Oktoikh del 1494, che si trova, fra l’altro, nella Biblioteca pubblica imperiale di Pietroburgo, (deve aver ora cambiato nome), di 270 pag. in fol. Fu pubblicato dal jeromonaco Macario, per ordine del vojvoda montenegrino Giorgio Crnoievic, essendo metropolita della Zeta il sg. (Kyr) Vasili, residente a Cetinje insieme col vojvoda stesso. L'Obozrenie slaviano-russkoi Biblio-grafii (S. Pietroburgo, 1849) t. I. 1. 2. Ljetopis slaviano-russkago knigopecatanija p. 3, n. 7, (dello Sakarof) ammette l’esistenza di una stamperia nella Zeta, distinta da quella di Cetinje. Ma non precisa affatto. La Zeta nel tardo Medio Evo abbracciava tutto il territorio compreso fra Cattaro e Tuzi al confine degli Hoti, con capoluogo (almeno ecclesiastico) di Dioclea, residenza dei principi a 2abljak, ma al tempo di cui parliamo, il paese tenuto dai Crnojevic come vassalli della Porta, abbracciava appena i monti fra il Golfo di Cattaro e il lago di Scutari; già sotto Stefano Crnojevic il Montenegro era stato più piccolo che non fosse nel secolo scorso prima del trattato di Berlino. D’altra