— 287 — dere benché uccidendo cada in sangue colla famiglia dell'ucciso, perchè cosi vuole il mondo o piuttosto il demonio che ha messo questi irragionevoli e diabolici costumi. E si noti che per dire che uno fu bastonato, non si richiede che resti sfigurato o malconcio dalle battiture, ma basta gli sia dato un pugno o uno schiaffo, o anche uno spintone; anzi basta che si faccia correre la voce che il tale fu bastonato o spinto, benché non sia vero, perchè egli debba vendicarsi coll’uccidere, se pure l’altro non faccia pubblico giuramento di non averlo bastonato o spinto. Colui che fu trattato peggio nella lite, di cui parliamo, fu il giovane di Vukscanai, e quindi trovandosi in quel momento nel bosco senz’armi, perchè era vicino a casa sua e senza timori corse a cercare un’arma per uccidere l’altro; ma questi fuggi. Allora la famiglia del bastonato che ha più di trenta individui, corse subito alla casa del bastonatore di Piolhi e l’abbruciò, portandone via il bestiame ed altre cose. Non avvennero uccisioni, giacché la famiglia del bastonatore fuggì per salvarsi da quelli di Vukscanai, che anche dopo abbruciata la casa, ripetono un sangue. Come dissi, quella bastonatura era la più difficile questione del perdono, perchè bastonatura, e perchè recentissima; e d’altro lato se si fosse ottenuto quel perdono che era il più difficile a darsi e sarebbe stato dato da una famiglia principalissima, anche gli altri più facilmente avrebbero perdonato. Si cercò pertanto nella Missione di parlare e far parlare al giovane bastonato e indurlo a perdonare; ma erano parole buttate. Due volte lo chiamò il M. K. P. Camillo e gli parlò in mia presenza e di altri che ci aiutavano a persuaderlo di perdonare; ma tutto inutile. Egli non ragionava: « lo so, diceva, che uccidendolo rovino la sua famiglia e la mia, perchè con ciò cado in sangue; so che il Signore dice di perdonare; ma il mondo, l’onore, l’uso non lo permette. Se io perdono, sarò sempre disonorato, anzi morto in faccia al mondo, che sempre mi dirà in faccia o dietro le spalle: Ce i rraliun. Ecco il bastonato ». In più ore che gli abbiamo parlato per indurlo al perdono, altro non usciva dalla sua bocca. Non ci voleva meno di un miracolo della grazia per mutare quel cuore; e noi non potevamo aspettare una simile grazia che dal S. Cuore. La mattina dell'ultimo giorno della Missione, festa del Patrocinio di S. Giuseppe, il P. Bonetti ed io passammo confessando specialmente gli scandalosi pubblici che lasciavano le loro unioni illegittime. Il M. R. Parroco trattava i casi di pacificazione. Volle fra le altre tentare di nuovo la pacificazione della bastonatura. Tutto il paese era interessato in queH'alTare; stavano per rovinarsi due contrade, oltre alle disgrazie che po-