— 288 — teano seguirne in tutta la bandiera, trattandosi di due famiglie principali. Molti aveano parlato e pregato. 11 M. R. Padre Camillo chiamò di nuovo il giovane offeso: il Signore gli avea alquanto cambiato il cuore; s’induceva a perdonare con certe condizioni e a patto che se l’offensore o la sua famiglia in seguito gli avessero buttato in faccia o nominato quella bastonatura per disprezzarlo o ingiuriarlo, non intendeva obbligarsi a mantenere la promessa di perdono che gli si domandava. E la casa bruciata e il bestiame, e la roba toltagli il giorno della bastonatura, che fu un danno di circa tre mila franchi? Di quello nemmeno parlarne, se non si vuol guastar tutto. Questo è l’uso del paese: chi ha provocato e disonorato attribuisca a sè stesso quel danno che già sapeva che gli sarebbe avvenuto, e ringrazi il Signore se l’altro si contenta di tanto, e gli perdona il sangue per amore di Gesù Cristo. Così si ragiona in quelle montagne. E prima d’ora si ragionava diversamente, perchè si diceva non doversi affatto perdonare nè anche per amore di Gesù Cristo; anzi si prendeva scandalo di Gesù Cristo che avesse permesso che i Giudei lo insultassero ed avesse perdonato ai suoi crocifissori; ond’è che un giovane sentendo raccontare la Passione di Gesù Cristo, fece le meraviglie in udire ciò che avea sofferto dai Giudei, e interruppe dicendo che Gesù Cristo avrebbe mostrato molto più valore e si sarebbe acquistato nome se si fosse difeso contro chi volea fargli male. « Perchè, diceva, se uno di Scialla facesse come ha fatto Gesù Cristo, sarebbe deriso da tutti e disonorato per sempre ». Ma ripigliamo il filo del racconto. La gente veniva alla chiesa a gruppi più o meno numerosi da tutte le contrade di Scialla, anche dalle più lontane, come da Lotai e Thethi, e tutti recitando orazioni o cantando il Rosario della Madonna e del S. Cuore o altri cantici spirituali. Si avvicinava il mezzogiorno e la calca era immensa. Si preparò l’altare sopra l’estremità del piazzale davanti la chiesa, sotto il quale v’era un campo, luogo adattissimo per collocare la gente durante la funzione. Si cominciò col Rosario del S. Cuore cantato da tutto il popolo; poi predicai, facendo rinnovare i principali propositi fatti durante la Missione, eccitando a detestare i principali abusi e specialmente il furto, l’impurità, il giuoco dell’anello o del kapuc e inducendo a lasciare per sempre la bandiera di Lucifero e mettersi sotto quella di N. S. Seguì la Messa, durante la quale si cantò il Rosario della Madonna; al fine della Messa feci l’ultima predica, e diedi varie benedizioni e la papale coH'indul-genza plenaria.