— 185 — per il frequente contatto coi turchi ne prendevano gli usi e i vizi e anzi avean già deliberato di abbandonare la religione cattolica. Non ci si potè trattenere a lungo poiché una lettera del-l’Arcivescovo lo pregava di recarsi in città a darvi la missione. Ma entrando in Gjakova vide che si bruciava la casa di uno dei fautori di Rizà bey, e ricevette un’altra lettera di Mgre in cui lo informava che date le condizioni anormali di Gjakova era meglio si recasse a Prizrend dove c’era maggior sicurezza per darvi la missione. E la cominciò in preparazione alla festa dell’immacolata. Vi fu ristabilito l’Apostolato della Preghiera, fu-ron pacificati due sangui, e una sera il Padre ebbe una visita singolare che gli fece comprendere la triste condizione dei cristiani occulti. Ecco come il Padre ce la descrive: « Una sera mentre recitava l’Officio m’entra in camera un giovinotto. Gli domando che cosa desidera da me, e mi dice che è venuto a vedermi. Invitatolo a sedersi, lo interrogo per sapere chi è e d’onde viene. Risponde che appartiene ad un villaggio distante dieci ore da Prizren, che è cristiano, ma occulto, per timore dei turchi: che è venuto solo per parlare coi sacerdoti, e aveva portato con sè un bellissimo montone a nostro Signore, alla Madonna, ai Santi, alla Chiesa e ai preti. Lo richiesi se vi erano molti cristiani nel suo villaggio, e n’ebbi in risposta che il suo villaggio era formato da quaranta famiglie, che una metà aveva già apostatato dalla fede facendosi turca, l’altra era ancora cristiana, ma occulta per timore dei turchi, in mezzo ai quali vive. Gli domandai se recitava qualche orazione, e se erasi mai confessato. Mi rispose che non sapeva orazioni di sorta, fuorché farsi il segno della croce: e che non si era mai confessato, anzi nemmeno sapeva se fosse stato battezzato. Mi aggiunse inoltre che i sacerdoti non possono arrischiarsi ad andare da essi, perchè il suo villaggio è situato proprio in mezzo ai turchi, i quali stanno attentissimi che nessun forestiero ponga piede fra loro, e guai se si accorgessero che quelle venti famiglie sono tuttora cristiane. Io diedi in dono a costui un pugno di croci e medaglie da distribuire a quella gente: voleva anche dargli delle corone, ma non ne prese che dieci, perchè, disse, non le vorranno ricevere. Guai se i turchi si accorgono che portiamo addosso questi oggetti di religione. Cosa veramente lagrimevole! nè questo è il solo: tale pur troppo è la misera condizione di molti villaggi di questa Archidiocesi, che un tempo era tutta cristiana ».