— 327 — tanto più che il padre era ancora aspettato a Scopia. Il lavoro, come osserva lo stesso Padre, era durato troppo tempo. Converrebbe non passar mai i due mesi (uno e mezzo o due) di missione, poiché il missionario ha bisogno di riposare nello spirito e nel corpo per rimettersi poi a più fecondo lavoro. Il 22 sebbene il P. Leonardo facesse di tutto per tirarlo a fare il Natale alla sua cella di Dushmani e terminare anche le missioni del Testate precedente in due contrade, il Padre credette meglio risalire la montagna di Toplana-Brashta per discendere per un erti* pericolosissima fino al Lumi i Shales e portarsi a Shoshi a rive rire il Prefetto. La strada lunga 8 ore, in quella discesa mise a rischio il Padre e le sue guide di sdrucciolare fino al fondo dove si sarebbero perduti nelle voragini del fiume, ma Dio li salvò. Arrivò a Shoshi dove il Padre Prefetto l’accolse con segni straordinari di gradimento per quella visita e gli narrò del frutto che ancora durava della missione. Il 23 partiva per Kiri-Xhani dove fu ospite graditissimo del Vescovo e passò il Natale con lui. Il 26 discendeva a Scutari colla cavalcatura che gli offri Mgr. Marconi. 3. — Missioni di Dushmani, Toplana, Salca, Nìkaj e Merturi dal 27 sett., al 24 die. 1898; a Shoshi dal 7 febbr. al 21 marzo 1899. Anche questa volta dobbiamo affrontare nella diocesi di Pùlati un campo di lavoro irto di fantastiche difficoltà fisiche e morali. Con le missioni dell’anno precedente s’era compito il ciclo delle missioni per tutta l’Albania cattolica. Il lavoro e il metodo dei nuovi missionari era ormai conosciuto al clero e al popolo. I missionari stessi si erano reso conto delle necessità particolari dei vari paesi, e avevano maturata la loro esperienza. Ciò si deve dire naturalmente in modo speciale del P. Pasi, poiché tutti gli altri erano più giovani per età e erano entrati più o meno recentemente a far parte della missione. Giovandosi della passata esperienza, il P. Pasi volle riprendere il nuovo ciclo di missioni con un piano fisso e con uniformità di azione, non contentandosi più di dare le grandi missioni centrali alle chiese, ma con l’intenzione di percorrere