— 26 — ili torre o di bastione. Una lapide sepolcrale con iscrizione latina che era stata tolta dalle rovine di un muro demolito, e che l’Ippen ritrovò presso il bajraktàr, farebbe testimonianza che anche Drivasto come Scutari risalisse al tempo di Roma. Balesio e come città e come Sede Episcopale rimane più di ogni altra dell’Alta Albania nell’ombra del passato. È possibile, come dice l’Hoffer, che la sua chiesa episcopale sia stata distrutta dagli scismatici già nel 1336, e nella seconda metà del sec. XV la città non era più che un mucchio di rovine. Se ne fa cenno nei documenti statistici di Scutari. Le sue rovine, a confronto dell’altre di cui abbiamo già parlato, sono molto scarse, riducendosi a un muro di cinta e alla maceria della così detta Kislia e Bulezit. Dal 1347 circa al 1488, tenuto conto anche qui delle incertezze, si contano 13 vescovi che ressero questa chiesa. È ricordato nei documenti anche il capitolo cattedrale di questa chiesa e ciò dimostra che era regolarmente organizzata, come del resto tutte le altre chiese albanesi, fosse pure nei tempi più tristi. Dulcigno è l’antichissima città di Ulcinium figlia di tante civiltà, con cui sembra quasi che abbiano voluto giocare i popoli nel passare dall’uno all’altro conquistatore, ed è all’aperto, in faccia al mare, sopra una così bella spiaggia, che si direbbe abbiano avuto continua cura di risanarla, lavandola, dalle ferite e dalle contaminazioni dei secoli, le onde della marina azzurra ed eterna. Qui si affermarono la Grecia, Roma e Venezia soprattutto; a queste due ultime, a traverso Scutari, essa deve i resti del suo cattolicismo. Anche di essa, come delle altre città episcopali dell’Albania, si rammentano il capitolo dei canonici, l’ar-cipresbitero, i diaconi, i suddiaconi, i chierici, la chiesa cattedrale di S. Maria, S. Marco col convento dei Frati Minori, S. Mauro dei Domenicani, il palazzo vescovile ecc. La serie dei vescovi comincia dal 1142 e termina nel 1558 e ne conta 36. Pio IV, ne passava poi l’amministrazione a Giovanni Bruno Arcivescovo di Antivari. Non si sa come in seguito sia passata sotto la giurisdizione di Scutari perdendo ogni diritto episcopale. Essa cadeva sotto la scimitarra turca nel 1571, e forse la difficoltà di comunicare con Antivari durante tempi assai procellosi per