— 189 — alcuni continuarono; ma intanto lamenti, proteste e preghiere, perchè si lasciasse la’Cappella e la statila. Dietro protesta del Vice-Console A. U. l’Arcivescovo dichiarò non aver proibito lo accesso alla Cappella. Mons. Troksci sperava che una missione avrebbe fatto obbedire il popolo. Io mi rifiutai di dar la missione in tali circostanze; non mi conveniva sostenere una parte e rompermi con l’altra. Passai quasi due mesi senza voler dare la missione a Gjakova. Il 15 die. 1897 proposi a S. E. Mr. Arciv. Troksci che si dovea fare di tutto per levare quello scandalo, ed io sperava ottener ciò colla Missione se S. E. R.ma mi dava carta bianca per aggiustare la cosa. Egli accettava purché Cata restasse scomunicata fintile non portasse alla Chiesa Parrocchiale la Statua di S. Antonio. Gli feci vedere che ciò era impossibile, perchè quando anche avesse voluto farlo, il popolo non l’avrebbe permesso mai. Inoltre se Monsignore permetteva di andare a pregare in quella Cappella dovea lasciar la statua, giacché il popolo volea andare nella Cappella appunto per pregare davanti la statua. Inoltre se la Cata era scomunicata vitanda e faceva caso riservato a chi parlava con essa (che così disse a me in questo stesso colloquio) e chi voleva andava in Cappella necessariamente doveva parlare con Cata per entrare, era illusorio il permesso di andar nella Cappella. Inoltre che inconveniente c’era che quella statua, stata tanti anni in quella Cappella, vi restasse ancora; tanto più che quello era l’unico mezzo di tranquillizzare la popolazione? Disse che non potea permettere; e quindi io risposi che atteso il parere del Signor Vice-Cons. A. U. che per le circostanze politiche era più prudente non andare a G(j)akova, e d’altra parte non potendo io promettermi d’aggiustare l’imbroglio e togliere lo scandalo della Cappella, era di parere si differisse ad altro tempo. Dopo pranzo Mre mi chiamò, e di nuovo trattò se era possibile andare. Gli dissi che se mi dava pieni poteri, e permetteva di assolvere Cata se pentita e dava riparazione e lasciava al suo posto la statua io andava, altrimenti non mi sentiva di dar la Missione. M.re Troksci mandò il suo Secretario dal Vice-Cons. per domandargli se credesse opportuno che il P. Pasi andasse a dar la Miss, a G(j)akova. Il signor Rappaport rispose che se Mr. Troksci voleva un suo consiglio doveva prendere l’occasione delle feste Natalizie e della Missione per finire queU’affare e togliere ogni scandalo. Oggi 16 die. era appena levato quando alle 5 Mr. Troksci venne in mia camera (io avea stabilito di andare a Smaci) e mi disse che potea andare a G(j)akova a dar la Missione e facessi pure come avea detto io il giorno avanti. Gli