— 215 — detti e fatti in questi due anni, che la gente non andava in chiesa, contro il Clero, le Suore, i Frati, i Gesuiti, i Cardinali, il Papa, il Governo Austriaco e anche contro Dio e le cose sante sono incredibili ed eccitano orrore. Fino i bambini sono corrotti, in modo da non credere » (1). « D. N. Mazreku scrivendo su gli imbrogli di quel tempo al P. Pasi, diceva: « Avrei tali cose da scriverle che non mi basterebbe una intiera settimana, ed Ella resterebbe non solo meravigliata e trasecolata, ma convinta anche delle astute scene deH’infernal nemico, il quale s’addossa gli abiti di ogni classe di persone e perfino quelli dei Santi... per attirare molte anime all’inferno : quale spettacolo desta un’indescrivibile orrore, e commuove a lagrime i più duri macigni, e spezzando i cuori anche dei men pii ». Gli esercizi dati dal P. Jèramac non ottennero una perfetta conciliazione, ma sparsero intanto il buon seme. Ora, prima di continuare con la storia, bisogna esaminare un punto che ci sembra capitale per la vita del P. Pasi. Di fronte alle acerbe accuse che gli si fecero, il Padre Pasi è del tutto innocente? La sua testimonianza in proposito è categorica; egli nella lettera di cui abbiamo citato un brano, e nella lettera al Card. Prefetto in data Scopia 10 settembre 1900 afferma di esser perfettamente conscio della sua innocenza. Per chi conosce il carattere di quest’uomo, la sua testimonianza è la espressione della lealtà e della sincerità. In altre parole egli afferma di aver sempre operato con retta coscienza seguendo quel che il sentimento del dovere gli dettava. Ma è pur vero che uno può credere di agire rettamente e però la sua coscienza anche in faccia all’accusa può rimanere tranquilla e serena, eppure ingannarsi. È necessario esaminare se questo sia il caso del P. Pasi. Prima di tutto bisogna notare che è possibilissimo ingannarsi in un affare che non lascia tempo a riflettere, quando uno è colto come all’impensata da un turbine di cose, da una burrasca improvvisa e si trova implicato e intricato nel groviglio dei fatti in cui vede i suoi propri interessi minacciati e pericolanti. Ma non ci sembra il caso del P. Pasi. I fatti non si sono svolti fulmineamente (1) Anche al Card. Prefetto, il P. Pasi faceva sapere con lettera 10 Settembre 1900 che s’eran fatte correre sui missionari dicerie senza fondamento, quasi fossero fautori dell’Austria.