— 253 — col Governo, ma tutti sanno che il Governo non garantiva tut-t’al più che per quattro anni, durante i quali avrebbe punito chi rompesse la fede o besa data. E però il nostro brav’uomo di Shoshi sapeva benissimo che alla prima occasione sarebbe stato ucciso con tutta la pacificazione fatta all’ombra del Sultano. E però quel giorno veduti tanti miracoli di pace che davano ben altre garanzie si rivolse a Mgr. Vescovo e a P. Deda perchè si adoperassero a ottenergli il perdono per amore di Gesù Cristo. La cosa era difficile poiché Lui Pali non era uomo facile ad arrendersi, famoso per la sua fierezza, e per le uccisioni che aveva perpetrate. Anzi il Governo l’aveva preso e mandato in esilio, da cui s’era liberate con la fuga. Inoltre si trattava di perdonare a uno di altra bandiera, ciò che era assai più difficile. Per giunta Lui Pali aveva già fatto capire clic neanche ci si pensasse. Tuttavia tentarono. Ascoltiamo il resto dalla bocca del P. Pasi, che il racconto è più drammatico. « Ci avviammo pertanto S. E. Monsig. Vescovo, il M. K. F. Prefetto, il Parroco, e i Missionari alla casa di Lui-Pali. La gente che ci vide, indovinò subito di che si trattava, e ci si mise dietro, sicché appena entrati noi, la casa fu piena di gente, tratta parte dalla curiosità, parte dalla speranza di bere in tale occasione qualche bicchiere d’acquavite, ed alcuni dall’interesse che avevano in quella desiderata pacificazione. Appena Lui-Pali ci vide, intese il fine di queH’andata; ci accolse bene, ci fece sedere, e scambiati i soliti saluti e complimenti di uso, voleva portar l’acquavite; ma noi lo fermammo per annunziargli prima il motivo della nostra visita. S. E. Mgr. Vescovo mi accennò di parlare, e fattosi un silenzio universale, cominciai col ringraziare Lui-Pali del concorso prestato durante la Missione sia col dare ospitalità ogni giorno a molti che essendo troppo distanti dalla chiesa, restavano da lui, a mangiare e dormire, sia perchè s’era adoperato molto nelle pacificazioni dei sangui e delle discordie; e lo pregava che dopo aver data tanta edificazione al paese volesse compiere l’opera con un atto che sarebbe stato il migliore tra quanti n’avea fatto in quei dì; ed era di pacificarsi colla tal famiglia di Sciosci, colla quale era in rotta, e per amore di Gesù Cristo dimenticare il passato seppellendolo in un generoso perdono. Lui-Pali voleva sussumere; diceva che erano cose già aggiustate col Governo... che si trovava in casa solo... che il fratello suo era lontano... che senza prima intendersi con lui non potea far nulla, e simili scuse che si so-