— 110 — Metropolitanus, sed Archiepiscopus fiat), e conferiva una giù- ( riedizione superiore su parecchie provincie: le due Dacie (Mediterranea e Ripensis), la Mesia Superiore, la Dardania, la Pre-valitana, la Macedonia li o Salutaris, e la parte della Panno-nia II (¡tute est in Bacensi civitate cioè la circoscrizione di Bassiana (Petrovce), l’unico lembo della Pannonia che conservasse allora l’impero d’Oriente. Secondo Giustiniano la primazia religiosa doveva seguire la Prefettura del Pretorio. Egli volle dare a Giustiniana I nel territorio accennato sopra, una < funzione analoga a quella di Tessalonica fino allo scisma aca-ciano. Il Vicariato di Tessalonica fu allora scisso in due metà: la Diocesi di Dacia cioè la parte latina e danubiana dell’illirico Orientale fu strappata a Tessalonica e sottomessa a Giustiniana I. Papa Agapito informato di simile riforma contro cui si erano levate delle proteste, rimise l’esame di quell’affare ai suoi legati. Non si venne a un accordo che sotto Papa Vigilio. La Novella CXXX1 del 18 marzo 545 ne fu l’espressione legale. Da Giustiniana I dipendeva la Diocesi civile della Dacia, e il Vescovo ne diventava il Primate o Esarca. A lui spettava ordinare i Vescovi delle 7 Provincie che gli erano state sottoposte, mentre lui stesso doveva essere ordinato dal Concilio di questa circoscrizione. Egli teneva il luogo del Pontefice di Roma, e la sua dignità era inerente alla sua Sede. Tale istituzione ebbe praticamente una mediocre utilità. Abbiamo accennato ai tre metropoliti ricordati dai documenti. Sul terzo, Giovanni, cadde una pena inflittagli da Papa Gregorio per essersi usurpato il potere di privare del sacerdozio un Vescovo della Tessaglia che non gli apparteneva. Del resto un Vicario in nessun caso avrebbe potuto farlo e gli diede una scomunica di 30 giorni. Dopo il 602 si fa un salto nel buio. Per riprendere la serie dei Vescovi che non si diranno più di Giustiniana I ma di Scopia, bisogna salire per gli anni fino al 1204. Nei registri concistoriali del secolo XIII il Vescovo eletto di Scopia è nominato semplicemente Vescovo, et quidem in partibus Infidelium, nelle stesse tavole, negli stessi registri VEpiscopatus Scopiensis è dichiarato immediate subiectus Ecclesiae Romanae. Si