« La Missione in quella forma che noi usiamo, osserva molto a proposito il P. jungg, è una vera battaglia continua, o, come dicono gli Albanesi, un allarme generale. Le quattro prediche di ogni giorno (cosa qui affatto inaudita), il ripetuto suono delle campane, la Chiesa con pompa straordinaria parata, il popolo che due volte al giorno viene alla Chiesa ad ascoltare la parola di Dio, i canti di penitenza, le processioni pure di penitenza, la Via Crucis, il catafalco mortuario, che in un giorno della Missione si alza nella chiesa, le immagini esposte dei Novissimi che incutono salutare spavento, i ragazzi che tutto il giorno stanno o in chiesa o davanti ad essa imparando orazioni e sacri canti, il perdono generale che si dà scambievolmente nell’ultimo giorno, abbracciandosi come si suole nelle feste di Pasqua e di Natale; tutto questo, dico, accompagnato dalla grazia del Signore che opera, è un potente svegliarino che scuote e commuove ed induce a penitenza. Così appunto avvenne in Berdizza ». Le nozze che occorsero di quei giorni nel paese in una principale famiglia non disturbarono come si temeva gli esercizi della missione, poiché il popolo obbedì ai missionari e rinunciò a uno degli usi a cui più ci tengono. Anzi un giovinetto sui 15 anni che era stato invitato a far da palafreniere alla sposa che è onore ambitissimo, si rifiutò e preferì recarsi alla chiesa e servire all’altare in veste rossa e in cotta. Vi furono parecchi atti di belle pacificazioni. Si introdusse anche qui l’uso di recitare l’Angelus e il Rosario nelle famiglie. Fu eretta la Confraternita del S. Cuore per rendere stabile il frutto della missione c questo si dovette allo zelo del parroco, e l’ultimo giorno per desiderio dell’Arcivescovo si consacrarono le famiglie della parrocchia alla S. Famiglia. Una settimana dopo finita la missione il P. Pasi riceveva una lettera da Don Bufli, nella quale tra l’altro faceva questa bellissima testimonianza : « ....i.. parrocchiani parlando della Missione testé avuta, non cessano di benedire V. R. e il R. P. Giacomo Jungg, che tanto faticarono per loro; ed amerebbero che si reiterasse almeno dopo un determinato tempo, e perciò un certo Mattia Pizzi, l'unico ricco in questa mia parrocchia, si è offerto di sostenere tutte le spese occorrenti: tanto buona impressione ha prodotto la Missione in tutto il popolo! ».