— 191 — ne mandavano subito al P. Pasi anch’essi i loro lamenti accusando il Clero di aver mancato alla parola predicata dall'altare e imprecando contro colui che era la causa dell’inganno: « Mos mueit me i dhane xhevape te Madhit Zot cdhé nevet aj qi te kà rrèjte tyy, edhé ti qi na rréjte nee prej leterit Shéjt, e para Sakramendit Se na e diim qi asht shpja e T'Madhit Zot c fees She.jte, shka folet aty nuk <~artet, se na jemi ma peslitjel-lueshem se perpara ». Non trovo in nessun documento come sia terminata questa seconda fase, ma già si era alla vigilia di altri e più grossi torbidi in tutta l’Archidiocesi, causati dagl’impeti inconsulti di un uomo che sembrava alle volte avesse perduto l’equilibrio mentale. Il P. Pasi scriveva un’altra lettera a Mgre da Zymbi il 23 febbraio 1898, ma accenna semplicemente il fatto che passando per Gjakova aveva rimesso in ordine la Congregazione Mariana e l’Apostolato della preghiera dove per le ambizioni personali di certuni si era minacciato di mandar tutto per aria. Ai fatti della Cappella non vi si accenna punto per cui si può credere che per allora tutto fosse sopito. Dovendo però naturalmente il Padre sostenere le parti del-l’Autorità, e aver riguardo all’onore dell’Arcivescovo, prima di manifestare al popolo che si sarebbe avuto riguardo ai loro desideri cercò ottenere la sommissione dei colpevoli e un atto pubblico e solenne di riparazione. La cosa fu difficile poiché i ribelli temevano di essere traditi, ma pure infine s’indussero a cedere, chiedendo perdono e promettendo piena soggezione anche per lo avvenire alla legittima autorità ecclesiastica. Durante una predica del padre fu fatta tenere ai colpevoli una candela accesa e alla Kate come prima istigatrice, fu imposta la penitenza del sasso che tenne sulle spalle tutto il tempo della messa. Quando il padre comunicò al popolo che Mgr. Arcivescovo in riguardo alla missione e della loro docilità dimostrata in tal occasione, accordava quanto desideravano, fu un tripudio generale, e, siccome quello era il giorno di Natale, non passò mai quel popolo feste più liete e più solenni. Riordinate le cose di Gjakova, ristabilito con nuova organizzazione l’Apostolato della Preghiera e la Congregazione Ma-