— 62 — sta si sarebbe veduto qual partito prendere. Domandai la visita; eravamo nel digiuno del Ramazàn, in cui gli uffici pubblici sono aperti solo di notte, perchè di giorno si dorme e si passeggia. Il Governatore chiese se io poteva andar da lui la notte: inteso che come Religioso non avrei potuto, mi assegnò la visita a un’ora dopo mezzo giorno alla sua casa privata. Al tempo fissato io era là col Padre Giuseppe Rovelli; fui introdotto nel salotto; dopo alcuni minuti entrò S. E. il Governatore, strinse la mano a me e al mio compagno e si mise a sedere facendo passare fra le dita i grani del suo tespi, specie di corona o rosario che i turchi, specialmente i signori, tengono in mano e vanno snocciolando per divertimento nelle conversazioni. Fatti i saluti di uso, dissi che durante la Quaresima S. E. l’Arcivescovo Mons. Guerini volea mandare alcuni Padri a Kastrati e Hoti pel servizio religioso; ma siccome era in piedi la questione della Croce di Riolhi, giudicava opportuno di avvisare S. E. di questa nostra andata, affinchè sapesse dove eravamo e a quale scopo. S. E. il Governatore ascoltò tutto, poi disse: Ora non è il tempo di andar colà; dopo il Bairàm, aggiustata che sia la questione della croce, io stesso vi avviserò e potrete andare. Ripresi dicendo che non avremmo potuto differire quella andata ad altro tempo; ora eravamo in Quaresima e quel servizio religioso dovevamo farlo prima di Pasqua. Rispose il Governatore che in quelle parrocchie c’erano già i parroci e non c’era bisogno dei Gesuiti. — Soggiunsi che eravamo mandati da S. E. Monsignor Arcivescovo, il quale giudicava di dare un aiuto ai Parroci mediante l’opera nostra. E il Pascià: A Hoti non vogliono i Gesuiti. — Risposi che noi andavamo alla chiesa, là facevamo il nostro servizio religioso, ognuno era libero di venire o non venire; nessuno era forzato. Ed egli: Non verrà nessuno, perchè quegli abitanti hanno altre cose e altre occupazioni. Risposi che il popolo era già avvisato della nostra andata; eli "eravamo aspettati; e se non vi andavamo sarebbero nati disgusti, perchè i montanari cristiani avrebbero detto che si voleva impedire l’esercizio del loro culto religioso. — E il Governatore: Se voi volete andare, non ve lo impedisco, ma voi sarete responsabili di quanto potesse accadere. ■— Dissi che noi andavamo mandati da S. E. Mons. Arcivescovo ; a lui avrei riferito la risposta di S. E., e ci saremmo attenuti a quanto egli avesse deciso. — Sì, dite pure a Monsignor Arcivescovo che io non giudico opportuno che per ora andiate colà, non proibisco che vi mandi, ma non voglio la responsabilità di quanto potesse accadere, S. E. Mons. Arcivescovo sarà responsabile di tutto.