— 90 — Missione di Kastrati, Bajza, Katundi i Eper (Kastrati), Tra-boina e Rapsha. Si convenne di cominciare a Bajza la più vicina a Scutari da cui dista 6 ore a piedi, sulla via che conduce a Hoti e Podgorica. Ne era parroco quel P. Luigi da Coriano che già conosciamo, zelante missionario italiano che era stato Pro-Prefetto della Prefettura di Kastrati prima che la Missione Albanese divisa in Prefetture fosse sottoposta a un Commissario Generale a modo di Provinciale che fu il M. R. P. Agostino Zubac con decreto generalizio in data 31 gennaio 1898. Il Padre Luigi nell’intervallo di tempo che passò dalla prima missione aveva eretto una bella e grande chiesa per cui tutto si potè fare in essa e non all’aperto. Due grossi imbrogli rendevano molto difficile questa missione. Il primo era una terribile rottura col villagio musulmano di Kraja posto di fronte sull’altra sponda del lago al confine montenegrino. Era avvenuto che un cotale, testa strana e leggera, parente di quelli che avevano perdonato un certo sangue di cui erano debitori a Bajza i musulmani di Kraja, col pretesto che egli non aveva baciato allora il Crocifisso, aveva ucciso imo di Kraja e questo innocente. Fu tale il dispiacere e il desiderio di vendetta che quell’atto giudicato proditorio suscitò nell’animo de’ krajesi, che questi meditarono ed eseguirono una terribile e barbara vendetta. Aspettarono un giorno in agguato dove la Bojana esce dal lago che alcuni di Bajza e altri montanari ritornassero al proprio villaggio in barca pel lago, e quando li videro a tiro spararono senza badare a uomini e a donne, a ragazzi e adulti. Alcuni rimasero uccisi, altri feriti. La cosa fece orrore da per tutto dove s’intese e mosse a terribile sdegno i montanari che da quel giorno non lasciaron di cercar occasione per riprendere i loro sangui. S’era fatto parecchio per pacificare i due villaggi ma inutilmente. L’autorità pubblica aveva lasciati impuniti i colpevoli, anzi nei giorni di mercato sulla strada di Kraja vicino a Scutari c’eran sempre dei soldati a impedire che i musulmani di Kraja rimanessero vittime della vendetta. Gli è che eran protetti da S. E. Sadri Azemi, che era stato primo ministro alla Corte di Costantinopoli e occupava tuttora un posto distinto, che essendo