— 136 — rispose a nome di tutti che nè iorza di tormenti nè qualunque male terreno avrebbe potuto strappar loro dal cuore la fede di Cristo. 11 Governatore montò in furore e diede ordine ai soldati che presolo lo precipitassero dalla loggia del palazzo; aggiunse però, dominandosi, con astuto calcolo politico, che vedendolo fermo lo chiudessero, per allora, in carcere. Ciò doveva ottenere l’effetto di atterrire i compagni di Andrea che avrebbero creduto fosse rimasto realmente sfracellato. Se non die tutti dichiararono che smettesse il pensiero di poterli pervertire perchè tutti eran pronti a dare la vita per la fede. Il Governatore ordinò che tutti fossero gettati in carcere e caricati di catene. Era parroco di Crnagora il M. R. P. Antonio da Lesina, Min. Oss., che informò subito l’Ambasciatore Austro-Ungarico di Costantinopoli pregandolo s’interponesse per la liberazione dei poveri cristiani; ma quando si aspettava una risposta favorevole, giunse un ordine del Governo di Costantinopoli per cui tutte le famiglie dichiaratesi cattoliche dovevan essere esiliate nell’Asia Minore, venduti i loro terreni, e che il danaro ricavato servisse di compenso. Altri ordini secreti al Governatore di Gilan portavano che s’incrudelisse contro dette famiglie a esempio e terrore degli altri cristiani occulti. I 24 prigionieri furon tratti nuovamente davanti al Governatore che adoprò ogni mezzo per indurli a rinnegare la fede, ma non riuscì. Dio aveva comunicato il suo spirito a quei rozzi montanari che con le loro risposte riuscivano a chiudergli la bocca. Fu annunciato loro l’esilio; risposero che non solo in esilio ma eran pronti a andare alla morte. Era il mese di febbraio, tutto era coperto di neve e il freddo era assai intenso, e i 24 confessori della fede dovettero mettersi in viaggio per Pristina capoluogo del vilajet e residenza del vari. Si pensi agl'incomodi del viaggio e ai maltrattamenti sofferti dai soldati. Peggio fu quando furon gettati in una prigione umida e fredda, esposti all’inclemenza della stagione e a ogni sorta di patimento. Dopo tre giorni presentati al vali rimasero fermi di fronte alle arti e alle minacce adoperate per vincerne la costanza. Trovatili inflessibili il Governatore ordinò che le-