— 336 — zioni) un pastore di Krasniqe detto Nika, si recò colla sua man-dra ai pascoli di Paplèkaj, ed essendogli piaciuto il luogo, vi si stanziò. Ebbe un figlio di nome Biba, da cui nacquero a loro volta Kola e Leka. Poi Kola generò Pera e ne derivò la contrada di Pèraj, e Pepa fu il capostipite di Gjopèpaj. Da Leka pure nacque Papa, da cui derivò Paplèkaj, e Prendi da cui prese origine la mahalle di Nikprèndaj. Una giovane di Pèraj priva di un orecchio (curr in albanese) ebbe commercio con un nuixhyp e ne nacque un figlio che fu capostipite degli abitanti di Cùrraj. Non bastando loro i pascoli e i terreni, si divisero, rimanendo gli uni a Cùrraj Poshter, mentre gli altri salirono a occupare il paese che fu poi detto Cùrraj Eper scacciandone i Mavriqi che passarono nella regione di Shala. Essendosi moltiplicate le generazioni di Nikaj, questi si levarono contro i Vajushi (che si troverebbero ancora fra Rrjolli e Grizha) e li scacciarono dal paese ritenendo solo alcune famiglie in qualità di servi, e sono gli odierni Kapiti. Nika si chiamava pure Nikovic e aveva avuti altri due fratelli, Kràsovic e Vàsovic. Dal primo derivò la tribù di Krasniqe che nel 1640 per mancanza di clero e le vessazioni turche passò all’apostasia, e l'altro emigrò in Montenegro e diede origine a una tribù che ora è tutta scismatica. Tale è la tradizione storica su Nìkaj; si deve però osservare che non tutti vanno d’accordo su certi dati o circostanze. Si cominciò la missione il 9 novembre dandone avviso a buon ora con replicati colpi di fucile. Vennero pochi ragazzi e pochi uomini, fra cui i capi della bandiera per sapere che intenzioni avessero i missionari. Si cercò attirarli con qualche funzione solenne; si tentò di ottenere una tregua comune per quei giorni, e non fu data se non pel piazzale della chiesa, ma ciò evidentemente non bastava in un paese imbrogliatissimo per inimicizie c per sangui; basti dire che dalla Pasqua precedente in poi erano avvenute 15 uccisioni, e la notte dopo l'arrivo dei missionari quei di Cùrraj s’erano scambiati coi loro vicini una quarantina di schioppettate. Solo la domenica seguente ci fu gran popolo con evidente pericolo di uccisioni. Un tale che era intervenuto senza essere nella besa di nessuno, sfidando quasi