— 55 — abusi che eran pullulati al soffio del liberalismo e dell’irreligione. Il 21 ottobre la cattedrale era preparata come per una gran festa; dall’altar maggiore dominava la grande statua del Sacro Cuore; fuor del presbitero si vedeva lo stendardo che presenta Cristo attorniato da una folla di storpi, rachitici e bisognosi di ogni sorta tutti in costumi albanesi; di fronte al pulpito c’era il palco dei predicatori circondato dai quadri che rappresentano le massime eterne. L’apparato era semplice, perchè era sempre lo stesso sia pure che i quadri dipinti a olio da Nicola Idromeno presentassero scene di tipo medioevale degne dell’inferno di Dante, per scuotere rozze immaginazioni, ma la sostanza era sempre la stessa, e di fronte al terribile enigma della vita e dell’eternità e alle minacce uscite dalla bocca del Salvatore deve pensare seriamente anche chi vive in città, chi è vestito dal lusso di mode eleganti o è protetto da ricche e potenti abitazioni; anche chi agita pel mondo il vessillo del commercio, chi siede a scranna per insegnare i secreti della natura o le massime della vita, e forse del vero non conosce ancora l’alfabeto, e finalmente ehi tiene in mano lo scettro del comando: marionetta che dirige diretta, e comanda forse senza sapersi comandare. Non era la prima volta che si davan missioni al popolo di Scutari nella cattedrale. Ne avevan predicate nel 1882 il Padre Mariano da Palmanova dei M. O., insieme con Mgr. Pasquale Babbi e il P. Jungg, e nel 1886 il P. Tommaso dei M. 0. col P. Jungg, ma non avevano avuto nè il metodo nè la solennità di questa. Il popolo che era accorso già numeroso la sera del 21 ottobre vide con istupore la cerimonia con cui l’Arcivescovo consegnava il Crocifisso ai Missionari e affidava loro il suo gregge. Annunziò poi dal palco il P. Pasi l’ordine che si sarebbe seguito durante la settimana ; le funzioni della mattina e della sera sarebbero state solo per uomini e ragazzi, gli esercizi del giorno pel sesso femminile. Mi dispiace di non poter riferire per :ntero la lettera che su questa splendida Missione lasciò scritta il P. Ant. Zanoni S. J.; stimo bene però stralciarne un brano per dar un’idea generale.