dalla lettura e consultazione di tutto quello che allora era a portata di man& a Ragusa: nelle biblioteche, negli archivi e nelle case private. Si ha un’opera fondamentale che fece epoca e alla quale a lungo si ricorse e si ricorrerà come a un testo indispensabile. Difetti di concezione e di metodo, di gusto e di pensiero, di esattezza e di sincerità non le mancano (1), ma non le tolgono il valore e il significato eccezionali che ha di fronte a qualsiasi lavoro del genere. Degna di figurare accanto alla surricordata opera è la sua Grammatica della lingua illirica, dedicata a Marmont. Essa è anzi tutto la prima grammatica serbo-croata ad uso degli Italiani che sia stata stampata a sé e non come appendice o introduzione a un Dizionario, del tipo di quelle pubblicate dai precedenti lessicografi. Inoltre è un testo ampio che merita tutti gli onori della grammatologia, perché, mirando anche allo studio della sintassi e della formazione delle parole, porge elementi fondamentali sulla struttura dell’aspetto verbale, sull’accentuazione delle parole e sulla formazione della lingua letteraria; lo studio dei prefissi verbali, stranamente trascurato dagli odierni grammatici, è indubbiamente la parte sua più bella e più attuale. Significativa la Prefazione, in cui si tesse l’elogio del serbo-croato e si invitano gli Italiani a studiarlo. L’Appendini, che è stato a Vienna per prendere contatto con eminenti slavisti, e con altri fu in corrispondenza e largo di informazioni e di consigli, ci appare quindi non solo ferrato e versatile slavologo, ma anche appassionato divulgatore, e come i Serbo-Croati hanno avuto in lui un sicuro e versatile studioso, così gli Italiani hanno avuto in lui un abile iniziatore. E molto, giustamente, si è scritto sulla sua opera (2). (1) E li ho rivelati io stesso nei miei Principali apprezzamenti dell’antica letteratura slava dì Ragusa, Roma, 1933, pagg. 8-9, estr. da L’Europa Orientale, 1933, fase. 11-12. (2) Bibliografia essenziale : A perpetua onoranza del P. F. M. Appendini. 1 suoi amici ed alunni di Ragusa, Ragusa, 1838; P. Kasandric, Franjo Appennini i njegove \njizevne \ragje in ls\ra, Zara, I (1891),n. 15-17; P. Kolendic, fedan Appendinijev clana\ in Srgj, Ragusa., Ili (1904), 566; M. Ivkovic in Izvestai Priv. Gimnazija, Belgrado, 1907-1908; H. Baric, Éin Brief §afari\s an Appendi"' in Archiv fiir slavische Philologie, XXXI (1911); J. Nagy, Ne\oli\o pisama B. k°~ pitara F. M. Appendiniju in Grada della « Jugoslavenska Akademija » IX (1920), Id., Franjo Marja Appendini in Prilozi za \njizevnost, jezi\, istoriju i folk', (1923); K. Paul, Franjo Marija Appendini a Cechové in Slavia, IV (1925), fase. 3; J. Nagy. Prvi odeci Dobrovs\oga u Dalmaciji, fosef Dobrovshj 1753-1829 • 348 —