giornate del Quarantotto, fu nuovamente l’attrazione maggiore, come se egli avesse compendiato e personificato tutto quello che la Polonia aveva di più bello, di più forte e di più sacro. Aveva avuto degli ottimi padrini in Mazzini, che lo chiamò « il più grande dei poeti europei viventi », nel Tommaseo, che pianse alla lettura di alcune sue opere, nel Cavour, cui bastava il nome suo per credere nella santità della causa polacca, nel Cattaneo e in altri; e la gloria che ormai lo circondava in tutta Europa e le numerose traduzioni che delle sue opere si curavano all’estero e i ricordi della sua clamorosa partecipazione al nostro Risorgimento lo predestinarono a nuovi, facili successi. L’opera sua che più piacque fu II libro della nazione polacca e dei pellegrini polacchi, la fatidica Ksiggi Narodu i Pielgrzymstwa polskjego apparsa dapprima proprio a Lugano nel 1834. Piacque perché durante il nostro risorgimento lo spirito rivoluzionario era animato anche da profondo spirito di religione. Ma piacque perché quelle sue voci fatidiche, che s’elevavano al cielo e parlavano ancora di speranze e di avvenire mentre la patria polacca era un vasto campo funerario e dalle sue fumanti macerie echeggiavano le funebri salmodie dei superstiti scoraggiati, erano voci di un linguaggio così sublime e patetico, di una storia così commovente e di una religione così umanitaria che toccavano ogni cuore e si presentavano nella luce delle più perfette e originali opere d’arte. E dirette o indirette, fedeli o libere, anonime o firmate, a sé o in riviste, si ebbero quattro traduzioni quasi tempestive intorno all’anno della prima edizione polacca, e altre tre intorno al 1860 (1). E le sue Litanie finali addirittura furono imitate in litanie italiane, adeguate alle contingenze italiane nel periodo quarantottesco, e si ebbero le Litanie dei Pellegrini Lombardi, meno belle di quelle polacche, ma egualmente incendiarie e profetiche (2). (1) Il libro dei Pellegrini polacchi. Con un proemio di Montalembert, ecc., s.d.; Guida dei Pellegrini Polacchi, Lugano, 1834; Guida dei Pellegrini, Roma, 1834; Il libro dei Pellegrini Polacchi. Italia, 1835; Il libro della Nazione Polacca dal principio del mondo fino al martirio della Polonia, trad. di A. Redenti in L’Annotatore di Parma, 1860; 1 Pellegrini Polacchi. Libro della Nazione Polacca dal principio del mondo sino al suo martirio in II Museo di famiglia di Milano, 1861 e 1862, trad. da P. Lioy che cela il suo nome. (2) Le Litanie dei Pellegrini Lombardi sono state pubblicate dalla Gazzetta di Venezia nel n. 73 del 1848; ripubblicate da C. Bragaglia nella versione successiva de 11 libro della nazione polacca, ecc. nel 1885 e, meglio, nel n. 1 dei Quaderni della Rivista di Cultura dedicata a Adamo Mic\iewicz, Roma, 1925, n. 65. — 443