altri accostamenti ed altre divagazioni. Era l’età barocca che con il suo gusto dello stravagante e del meraviglioso si compiaceva anche in visioni « strane » (nel senso di straniere) e nel mondo slavo trovava elementi di artificiosità e di stravaganza. Era l’Arcadia che con la sua società cosmopolitica, con la curiosità dell’erudizione, con l’accademismo aperto ad ogni specie di esibizioni e di celebrazioni, portava gradatamente all’esotismo — e il preromanticismo italiano ne sarà la conseguenza e la prova più bella! — e nei fasti o nefasti slavi cercava mezzi nuovi a nuove ornamentazioni. Vi emerse la poesia celebrativa, barocca e arcadica per eccellenza, all’ombra di quelle accademie che sono state uno dei fenomeni più caratteristici del secolo. Non ci furono personaggi illustri, non avvenimenti salienti, né lieti eventi o lutti che non siano stati messi in versi nel tono encomiastico dell’ode olimpia e della canzonetta eroica. Tanto pindarismo è strano in un’età così poco eroica, pullulante di garruli prelati e di cavalierini imparruccati ! Che sia anche questo eredità della rinascita in Arcadia ? 0 è piuttosto il falso lirismo dei cicalecci e delle chiacchiere che alimentavano e boschi arcadici e convegni accademici? Resta comunque il reto-rismo celebrativo di questa poesia pseudo-civile o, meglio, circostanziale che dà il tono all’epoca. In essa trionfava la Polonia che con l’Italia aveva molteplici, intensi, cordiali e diretti rapporti. C’era comunità di fede e di civiltà e in seno ad essa quello scambio di idee e di uomini che faceva pullulare miriadi di Italiani in Polonia, nelle nunziature, nelle legazioni, alla corte, nella vita pubblica e privata, dal commercio e dall’industria alle scuole e alle arti. D’altra parte uomini di stato, prelati insigni, regnanti magnifici, studenti e pellegrini polacchi affluivano in Italia e vi si facevano notare in tante circostanze e si meritavano ricevimenti e festeggiamenti particolari, come vedremo successivamente. Se a ciò si aggiunge l’interesse che la Polonia destava con le figure di regnanti splendidi e prodi, con le elezioni degli stessi, con gli interregni e con le rispettive candidature straniere — compresa quella degli Italiani — con le lotte civili, con le guerre contro i Turchi e con il culto delle arti e delle scienze, i riflessi di questa emergenza polacca nella letteratura contemporanea d’Italia risulteranno pienamente legittimi e aderenti alla realtà storica. La letteratura, per quanto stravagante, non andò mai più in là del suo clima storico. 260 —