Sud » (1). Gli uomini politici poi sentivano il dovere di trarre vantaggi dalla decrescente potenza dell’Austria e della Turchia e di aumentare il prestigio politico dell’Italia nei Balcani, anche a tutela dei propri interessi adriatici. Come unità etnica, però, linguistica e culturale gli Slavi meridionali furono poco considerati perché, come disse il Mantegazza, c’erano troppe « rivalità di razza e tradizioni storiche ». A preferenza essi vennero osservati nelle loro diverse formazioni statali e inclusi separata-mente in panorami generali. La curiosità maggiore fu suscitata dalle guerre con la Turchia, che, in aperta turcofobia, prima si rivestirono di un carattere religioso — « guerre turco-cristiane » le dirà il Fontana — e poi si intesero nella loro giusta portata nazionale special-mente dopo che l’Italia, con la conquista della Libia, aveva gettato i! guanto di sfida alla Turchia e spianato la via alla guerra balcanica del 1912. Valutate pure le possibilità di un’espansione commerciale italiana (2). A parte i competenti di materie specifiche, la parola andò sopra tutto ai giornalisti, desiderosi di acquistare esperienze proprie dei fatti e delle opinioni altrui. Competenza speciale per lo slavismo balcanico dimostrarono il Musoni e il Baldacci, ferrati geografi, di cui abbiamo già discorso e avremo ancora occasione di discorrere. E più per l’amore alle questioni balcaniche che per competenza, del resto tutt’altro che superficiale e trascurabile, deve essere ricordato il versatile giornalista Vico Mantegazza che più e più libri scrisse su gli Slavi meridionali e a questi giustamente assegnò un posto di rilievo in quell’opera in più volumi che corona la sua attività e produzione ed è la « Storia della guerra mondiale » (3). (1) V. Mantegazza, La guerra balcanica, Roma, 1912, pag. 5 e 55. (2) Tanto che nel 1910 G. De Michelis per il Commissariato dell’Emigra-zione abbozzò in 180 pag. in 16° delle Avvertenze per l’emigrante italiano nei paesi balcanici, Roma, 1910 con un manualetto di conversazione nelle varie lingue balcaniche. (3) Per tanto su gli Slavi meridionali, o frazioni o problemi loro, a titolo di mtroduzione ricordo : L. Fontana, La insurrezione slava : storia dell’attuale conflitto turco-cristiano, Milano, 1876; A. Brunialti, Gli eredi della Turchia, Milano, 1880; M. A. Canini, Op. cit.; A. Consoline Alcuni cenni economico-stati-nici sugli Stati dei Balcani, Brescia, 1888; E. Scarfoglio, Op. cit. (sulla Bulgaria 0 « paese delle rose » e sulla Serbia o « il regno di Natalia » e « Piemonte sla- S. Lallici, Adriatico orientale, Giulianova, 1891; G. Silini, Note ed appunti sull’espansione commerciale italiana nella penisola balcanica, Roma, 1894; — 495