parte non ci spiegheremmo la diffusione del Liber secretum o catechismo o dottrina dei Bogomili « portatum de Bulgaria Nazario, suo episcopo» e destinato alla chiesa di Concorezzo in Lombardia. E altrimenti non ci spiegheremmo la presenza in Italia di testi apocrifi latini di appartenenza bogomilica o addirittura di testi rituali slavi, quale, per esempio, il voluminoso Psalterium bononiense (1).
    Attività dunque c’è stata. Diretti, ferventi interpreti i Catari, che poi, nell’opinione pubblica, si sono fusi o confusi con i Patareni. I risultati ?
    Gran prestigio e fama devono essere derivati alla Bulgaria se fu ritenuta patria e alimentatrice di quella « haeresis Bulgarorum » che aveva conquistato quasi mezza Europa. Nella sfera degli studi moderni questo prestigio poi si è moltiplicato quando risultò, chiaro e poderoso nella sua portata, tutto il significato del bogomilismo.
    Solchi e semi bogomilici sono stati fatti e sparsi evidentemente anche nel grande campo d’Italia dissodato da quegli ondeggiamenti religiosi e sociali che si susseguirono nel corso dei secoli XII e XIII e precorsero e preannunciarono Rinascita e Riforma. Un’Italia che si dibatteva e si divideva tra guelfi e ghibellini, tra bianchi e neri, tra Gioacchino da Fiore e fra’ Dolcino, tra Arnaldo da Brescia, Cola di Rien-zi, S. Francesco e S. Domenico, tra guglielmiti e valdesi e via, via, una Italia simile non poteva restare insensibile ad un bogomilismo — diciamolo catarismo o patarinismo o, semplicemente « haeresis » — che era rivoluzione religiosa e sociale ad un tempo. E un movimento, come quello bogomilico, o cataro o patareno, che combattendo gerarchia e tradizione, ricchezza e guerra, e predicando il verbo della comunità e dell’uguaglianza sociale, tendeva con le sue caratteristiche laiche, popolari, democratiche a rivoluzionare anche la società e ad affrancare le classi più umili della popolazione dal dominio dell’alto clero e della nobiltà infeudata all’impero, un simile movimento doveva pure incidersi nel quadro italiano di rinnovamenti o vagheggiamenti religiosi e sociali.
vedere soprattutto la Summa de Catharis et Leonistis seti Pauperibus de Lugduno, scritta intorno al 1250 dal veronese Rainerio Saccone e pubblicata nel Thesaurus novus anedoctorum, voi. V, 1768, da Martène e Durand. Cfr. anche S. Savini,
Il	catarismo italiano e i suoi vescovi nei secoli XI11 e XIV, Firenze, 1957.
     (1)	Edito da V. Jagic : Psalterium bononiense, Vindobonae, Berolini-Petro-poli, 1907 (cfr. specialmente le « Orationes quae psalmis recitandis praecedunt »). Cfr. pure V. V. Kacanovskij, Bolons\aja psalty (1186-1196), Sanktpeterburg, 1882.
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