slavisti che il prof. Maver, con paterna benevolenza, definisce « scuola slavistica italiana », le cui caratteristiche sarebbero « ampiezza di orizzonti culturali e scientifici, prontezza e serenità di giudizio, spiccata tendenza alla sintesi » (1) e di cui l’organo e l’espressione più documentaria e degna è la rivista strettamente scientifica Ricerche slavistiche che esce a Roma dal 1952 e che è arrivata al suo quinto volume. Foriero di ulteriori progressi e sviluppi è il fatto che assieme agli anziani tutta una nidiata di giovani slavisti si sta affermando sempre più brillantemente e coraggiosamente. Essi sono: Luigi Cini, Dante Di Sarra, Leonida Gancikov, Jolanda Marchiori, Bruno Meriggi, Nullo Minissi, Lavinia e Riccardo Picchio, Angelo Maria Ripellino, Carlo Verdiani, i quali più che promesse possono essere considerati autentiche conquiste della slavistica italiana. Per l’avvenire della quale è logico nutrire rosee speranze perché l’importanza e la necessità di conoscere e studiare il complesso, molteplice, caleidoscopico mondo slavo sono ormai pacifico assioma. Per lo studio della quale inoltre — se non si vuole ricadere nell’opera di compilazione e di divulgazione — sarà bene siano tenuti presenti anche gli insegnamenti (« Historia magistra vitae » !) che possono derivare dal nostro bilancio di un millennio: che cioè gli Italiani hanno avuto conoscenza e coscienza degli elementi costitutivi e dei vincoli spirituali dell’unità della grande famiglia slava, o — neologicamente detta — della Slavia, ma hanno preferito conoscere e studiare gli Slavi separatamente nelle loro neoformazioni etniche, linguistiche e statali. Quindi anche qui ragionevoli specializzazioni e — come disse il prof. Maver già nel 1.931 (2) — « netta divisione di lavoro ». Non romanticismo, ma positivismo, non utopie ma realtà. (1) G. Maver, La slavistica italiana in Scuola e Cultura nel Mondo, II (1957), n. 1. (2) In Rivista di letterature slave, (1931), f. l-II, p. 12. Completando le precedenti note, riassumiamo quanto è stato scritto su gli studi slavistici o sulle pubblicazioni d’argomento slavo in Italia : E. Lo Gatto: Gli studi slavi in Italia in Rivista di letterature slave, II (1927); Slavonic studies in ltaly in The Slavonic Review, 1927 (ripetuto in Volja Rossii, Praga, 1927, n. 7); Il contributo italiano agli studi nel campo della filologia slava negli ultimi cento anni, Roma, 1939, da Un secolo di progresso scientifico italiano : 1838-1938, Società italiana per il progresso delle Scienze. E. Damiani : Gli studi slavi in Italia in Leonardo, III (1927), ff. 9-11 (ripetuto corretto — 709