Al rinnovamento della coscienza morale e della coscienza politica corrisponde il rinnovamento della coscienza estetica in letteratura. E’ ancora preponderante il gusto classico per cui i moduli dell’arte e della poesia greco-latina hanno la loro consacrazione ufficiale nelle arti figurative, nell’architettura e nella letteratura, ma contrasti non mancano e la vaghezza di nuovi orizzonti letterari, la tendenza a rendere universale, enciclopedico il sapere e la tendenza democratica degli studi, infondono agli avviamenti del gusto e del pensiero quel fluido di cosmopolitismo, che darà nuovo contenuto alla letteratura moderna. Era fatale quindi che in opposizione o in margine al classicismo, maturasse un preromanticismo italiano vagheggiatore, come direbbe Herder, di « nuove espressioni etniche della fantasia umana ». Che le tendenze cosmopolitiche del rinnovamento letterario e la sua « oltramontaneria » fruttassero anche nuovi accostamenti al mondo slavo, era, se non altro, questione di analogia. Gli Slavi, a loro volta, dall’estero stimolarono la curiosità degli Italiani in vari modi e in varie occasioni. In Russia, sul luminoso trono di Pietro il Grande, grazie ad un colpo di stato, brillava la grande Caterina II che, durante il suo lungo e fortunato regno (1762-1796), con la sua imponente bellezza e intelligenza, con i successi riportati nella politica estera e con i rapporti che ebbe con numerosi e celebri scrittori del suo tempo, attrasse nuovamente e vivamente l’attenzione di tutta Europa sul suo impero. Seguono gli zar Paolo I e Alessandro I, con i quali la Russia interviene nelle guerre napoleoniche anche in Italia, ricaccia Napoleone da Mosca, celebra il trionfo finale a Parigi e crea con l’Austria e la Prussia la sedicente « Santa Alleanza », che mostrerà i denti del « legittimismo » anche ai primi moti insurrezionali italiani. Da notarsi che già allora la Russia agognava ad uno sbocco nel Mediterraneo e, per trovarvi un ambiente amico, curava molto le relazioni diplomatiche con i Regni di Sardegna e delle due Sicilie, come con i più potenti stati dell’Italia di allora. (1) (1) Da notarsi ancora che Venezia continuava ad avere i suoi contatti con la Russia, specialmente dopo che aveva istituito una sua rappresentanza alla corte di Pietroburgo e in occasione della campagna russa nel Mediterraneo negli anni 1770-1771. Cfr. C. Malagola, L’istituzione della rappresentanza diplomatica di Venezia alla corte di Pietroburgo, Venezia, 1906; C. Manfroni, Documenti veneziani sulla campagna dei Russi nel Mediterraneo, 1770-1771, in Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, t. LXXII, parte II; R. Cessi, Confidenze di un ministro russo a Venezia nel 1770, Venezia, 1915, estr. da Atti del R. Istituto Ve- 300 —