« humanitas ». E non gli sfugge, come dice nel 1568 al Miscovio, che « excellendbus ingeniis abundat in primis patria tua » (1). Quanta differenza dalla pomposità epistolare del Bembo o dal mercantilismo dell’Aretino genuflesso ai piedi di Bona Sforza! Ad editori e stampatori italiani sono ricorsi anche i Serbo-Croati di Dalmazia e di Ragusa o del Montenegro, i quali all’ombra del leone di S. Marco o di S. Biagio curavano lettere slave per diletto estetico o per edificazione religiosa (2). I Serbi del Montenegro o delle Bocche di Cattaro acquistarono stamperie a Venezia già alla fine del secolo XV, e nel corso del secolo successivo le attrezzarono nelle loro città con propri capitali e proprie maestranze, sia pure in miniatura, pubblicando un numero esiguo di libri destinati all’officiatura sacra. Queste stamperie furono poi acquistate da tipografi veneziani, i quali, come Antonio Rimpaceto o Bartolomeo Ginami, continuarono a pubblicare testi slavi nei non facili caratteri cirilliani (3). Ma singole opere slave vennero alla luce anche per i tipi di altri stampatori veneziani e non veneziani, fra cui anche egregi copisti, come il calligrafo Camillo Zanetti (4). Così i primi verseggiatori serbo-croati pubblicarono le loro primizie in Italia e in particolare a Venezia: il Marulo (Marulic) la « Judita » (1521), l’Ettoreo (Hektorovic) la « Pesca » (Ribanje, 1561), il De Albis (Zoranic) le « Montagne » (Planine, 1569), il figlio del Lucio (Lucic) i « Componimenti poetici » (Skladanja, 1556) del padre Annibaie, e via dicendo. Prima ancora erano apparse a Venezia opere di carattere sacro, re- (1) E l’amore alla Polonia egli inculca anche a suo figlio, ad Aldo il giovane (amico di Niegoszewski), il quale dedica al re Bathory l’opera del padre suo Antiquitatum Romanorum Pauli Manutii (1585) con bel ritratto del re e con un elogio dello stesso non privo di importanti notizie storiche. (2) A titolo di curiosità ricordo un’edizione boema che sta a sè : la così detta « Bibbia Boema » del 1506. (3) Lj. Stojanovic, Stare srps\e stamparije, Belgrado, 1902, e M. Stedimlija, Bozidar Vu\ovic i mletac\i stampari u XVI vijeku, Zagabria, 1939. Per il Ginami cfr. Ilarion Episkop Gornjokarlovacki, O Ginamijevu Psaltiru in Spomeni\ dell’Accademia serba, voi. LXIX (1929). (4) P. Kolendic, Mletac\i \aligraf Kamilo Zaneti \ao stampar jednog du-brovac\og \ate\izma in Resetarov Zborni\, 1931 e Valerijov Kate\izam iz 1578 in Prilozi za \nijzevnost, jezi\, istori ju i fol\lor, VII (1927), 236. 170 —