« Favilla » (1) e ispirati, oltre che dalla « Storia degli Uscocchi » del Sarpi — come lo stesso autore confida — anche da canti e tradizioni slave popolari, e tutti ben più fortunati di quanto, nella loro modesta elevatezza, non meritassero. Se ne ebbero riflessi o imitazioni nella letteratura italiana e traduzioni in lingue slave (2). L’argomento piaceva! Coronamento di questo indirizzo fu la sua fantasia drammatica su Marco Cralievich, iniziata a Trieste nel 1842 poi trascurata e ripresa e finita a Firenze nel ’63 a contatto del Tommaseo che ne fu l’ispiratore (3). Dalle varie versioni o redazioni, cui essa andò soggetta dal primo abbozzo triestino o dalla prima rappresentazione fiorentina del 1863 all’ultima stesura del 1866, si ha l’impressione di un’opera inizialmente ed essenzialmente fallita, la quale riduce in fantocci di carta e in scene di cartone tutto un mondo eroico, leggendario desunto dalla storia (Ham-mer-Purgstall) e dalla poesia (Tommaseo). Resta il suo concetto fonda-mentale, l’incarnazione dell’ideale di libertà in Marko Kraljevic e la sua resurrezione per partecipare alle guerre d’indipendenza serba e com- (1) Ripresi poi in 7 Racconti, Firenze, 1869 e in Fantasie drammatiche e liriche, Firenze, 1863, dove c’è un’ode a Trieste che arieggia la allora inedita poesia Tri dana u Triestu del Petrovic-Njegos, la cui traduzione italiana come primizia era apparsa appunto nella Favilla. Cfr. N. Vukadinovic, Tri dana u Trijestu in Prilozi za \njizevnost, jezi\..., VI (1926) e, più ancora, Carlo Cur-to, L’Italia e il Montenegro nel ricordo di due poeti in La vita internazionale, XXIII (1920), n. 16; oppure la controtesi recente di A. Cronia, ltalijans\i prijevod Njegoseve pjesme « Tri dana u Triestu» in Stvaranje, V (1951), 7-8. Singoli, fugaci motivi slavi affiorano anche in altre edizioni del Dall’Onga-ro, in Stornelli, V ed., Venezia, 1848 (« L’esule della Polonia », « L’uliva ») o in Stornelli, poemetti e poesie, Treviso, 1913 («Il Knout »). (2) Lo imitarono o a lui attinsero il Prati nella « Vendetta slava », il Gaz-zoletti nell’« Ondina di Adelberga », la Percoto nella « Resurrezione di Marco Craglievich », il Carrer nella « Jerolimina », ecc. Il grande romantico croato August Senoa tradusse in croato la Wila del Monte Spaccato o L’origine della Bora con lo stesso titolo, ma con non pedissequa fedeltà: Vila Us\oc\a ili postana\ bure nel voi. XIV di Sabrana djela, ed. Kugli, Zagabria. La Fidanzata del Montenegro addirittura arrivò in Slovacchia e lì si ebbe la sua versione: Mladucha Cernohors\à. Povest. Pòvodnc sp-Dall’Ongaro in So\ol. Casopis pre \ràsno umenie a literaturu, II (1861). Di recente si ebbe la versione serbo-croata di F. Nakic-Vojnovic, Frances\o Dal On-garo, Njegoseva prica o vjerenoj Crnogor\i, Cetinje, 1952. Cfr. Knjiievnost, '■ H (1952), n. 4, pag. 379. (3) F. Dall’Ongaro, La resurrezione di Mar\o Cralievic, fantasia drammatica, Firenze, 1863, venduta a beneficio della Polonia, e Fantasie drammatiche e liriche, Firenze, 1866, con Marco Cralievic-T riio già. 458 -