ancora l’età delle grandi scoperte e dei grandi itinerari; a meno che non fossero itinerari che portavano alla Terra Santa. Nel Rinascimento la letteratura di viaggio si smalizia. Subentrano l’amore o il gioco della grande impresa, il clamore del primato, il reclamismo eroico delle grandi scoperte, lo stimolo del capitalismo. La ricerca di nuovi mondi o di nuovi interessi spinge il geografo, che è tuti’uno con lo storico, ad attingere direttamente a nuovi continenti, induce l’uomo di guerra a studiare meglio le terre che saranno oggetto di competizione, esalta il moralista a predicare con esempi di popoli stranieri e lontani, lusinga il mercante a scoprire fonti e condizioni non sfruttate per una nuova economia, dissemina infine gli abili diplomatici in stati, di cui è necessaria una più profonda e più vasta conoscenza per il maneggio degli intrighi politici. Alla poesia della meraviglia e del trepido stupore dinanzi alle varie forme di un mondo fino allora ignoto, risponde una prosa, fatta di verità e di severità scientifica e di esperta e spregiudicata curiosità. L’Occidente era la grande rivelazione, ma l’Oriente attraeva egualmente come favola, come mistero, come arazzo immaginoso. Alle sue porte stava una fitta e ampia zona slava che non poteva restare estranea alla sete intellettuale, al desiderio di verità, ai propositi di cultura e alla grande attività commerciale, da cui era presa la società rinascimentale d’Italia. Una parte dominante vi ha avuto la Serenissima Repubblica di Venezia, in guerra e in pace, per ragioni ideali e per opportunità politiche, nella fase ascendente della sua potenza e del suo splendore: grande potenza militare e commerciale al pari dei principali stati d’Europa. Da prima prevalsero gli interessi politici, la cui tutela portò Venezia ad intendersi con quegli Slavi che le potevano essere di una qualche immediata utilità. Così quando si trattò di assicurarsi il possesso della Dalmazia, fra il 1409 ed il 1420, Venezia, per bloccare i Magiari, si assicuro l’alleanza della Polonia. Quando poi si trattò di arginare la pericolosa espansione dei Turchi, Venezia curò l’amicizia degli Slavi adriatici, in particolare dei Montenegrini, cercò di cointeressare o stuzzicare anche la Moscovia e puntò soprattutto sulla Polonia che con- pubblicati per cura della Deputazione Ministeriale, Roma, 1875; Amat di S. Filippo, Biografia dei viaggiatori italiani colla bibliografia delle loro opere, Studi biografici e bibliografici sulla storia della geografia in Italia, Roma, 1882; P. Do-nazzolo, 1 vaggiatori veneti minori in Memorie della Società geografica italiana, XVI (1930), ecc. - 101