utilità del dispotismo (!) e sulla Polonia in generale. Dopo una non meno ampia « Introduzione », pure di carattere politico, seguono sette capitoli che dal 1764 al 1769, anno per anno, narrano i principali (ma con molti particolari) avvenimenti. La Polonia, naturalmente, ne è al centro, ma non vi mancano divagazioni infinite che in certo qual modo l’adombrano perché si discorre troppo di Russi e di Turchi e persino di Serbi e di Montenegrini. Anzi quasi tutta la « Introduzione » è dedicata alla Russia, a Elisabetta Petrovna, a Pietro III, a Caterina II, ai Cosacchi e allo scisma, e l’opera si chiude o si arresta con uno sproloquio! sui Tatari, sui Turchi e sulla « legge maomettana ». Poco approfondite le cause delle « turbolenze » polacche, che si riassumono essenzialmente nell’« affetto » di Caterina di Russia per la sua chiesa per cui esige dalla Polonia libertà di culto anche per gli ortodossi e installa sul trono il principe Poniatowski che le si era dimostrato ossequiente. Naturalmente a Casanova non sfugge il fatto che in Polonia tutto è portato agli « estremi » e che schiavitù e libertà vanno a gara per distruggere il Regno, mentre chi soffre è il « solo plebeo ». Ma alle considerazioni ed ai commenti il Casanova — o per astuzia o per superficialità — preferisce generalmente le lunghe citazioni di trattati, decreti, lettere, ecc. E quella di cui non fa mistero è la sua idealizzazione o perorazione del dispotismo c la devozione alla Chiesa. E’ ancora un abbaglio dell’assolutismo politico e religioso, cui magari non è estraneo qualche intento adulatorio, ma la Storia ne resta incriminata assai più che da inevitabili errori e inavvertenze. Eppure il Casanova deve essere rimasto soddisfatto della sua opera perché alcune parti di essa (il Discorso preliminare, la Introduzione ed il primo capitolo) volle ripetere in alcuni suoi Opuscoli miscellanei (1). In questi egli incluse anche la Vergogna, la storia cioè o storiella di una malfamata danzatrice calabrese che con un aborto, o meglio con un finto aborto, mise in subbuglio mezza Polonia e provocò dei provvedimenti per i delitti contro la maternità. In complesso anche sulla Polonia scarseggiano in questo periodo le pubblicazioni: un’anonima « storia civile e naturale » che vuole rispondere ai concetti di una « geografia moderna », ma tratta la Polonia as- (1) G. Casanova, Opuscoli miscellanei, Venezia, Fenzo, 1779-1780. Si trovano assieme alla Istoria delle turbolenze di Polonia, che pure è una rarità bibliografica, alla Biblioteca Querini Stampalia di Venezia. — 317