S. Venceslao converrebbe quindi proseguire per S. Maria in Trastevere, per S. Sabina, per l’ospizio cèco, il Quirinale e via dicendo. S. Adalberto ci porterebbe invece, oltre che a S. Bartolomeo all’isola, a Montecassi-no e a Ravenna. A Roma ci fermerebbero ancora i ricordi di San Martino fra i Croati a S. Giovanni in Laterano, o quelli di Formoso papa fra i Bulgari (in una non più esistente chiesa di Monte Celio) e gli ospizi o collegi o istituti slavi, boemi, polacchi e « illirici » : tutd espressione di arte sacra o di « istituzioni » religiose, che in parte conosciamo e in parte conosceremo. Da Roma l’itinerario porterebbe sia pure con grandi balzi di tempo ad Assisi, all’altare che abbiamo visto erigere a S. Stanislao nella chiesa di S. Francesco, di qui alla « Santa Casa » di Loreto per rivedere nel « Collegio illirico » Cirillo e Metodio o S. Venceslao, successivamente a Bologna, a S. Domenico, dinanzi all’« ex sepulcrum » del cronista polacco Martinus Polonus, a Venezia se non altro per il suo San Giorgio o a Padova per le cappelle del Santo, a Vasto, in Terra d’Otran-to e altrove per rintracciare altre chiese « de Sclavonibus » ecc. Cambiando rotta e seguendo il cammino percorso da luminosi regnanti, Carlo IV sarebbe anzi tutto di guida e porterebbe al castello Monte Carlo di Lucca, ai rilievi della incoronazione milanese nel duomo di Monza, al manto di Carlo nel chiostro di S. Vittore presso Feltre, al « lazzarone di Carlo IV » ad Anzo e via via ad altri ricordi di « Carlo dì Boemia » (1). Per incontrare altre tracce slave monumentali, epigrafiche, iconografiche o comunque figurative, converrebbe nuovamente cambiare direzione (2). Ma tanto basta per restare con l’impressione finale che gli Slavi ci hanno tramandato in monumenti, che il ritmo devastatore del tempo non è riuscito a cancellare. L’onore della citazione all’Evangeliario di Aquileia Il retaggio slavo in Italia infine si completa con un’altra specie di monumenti o documenti, che il tempo non è riuscito ancora a distruggere e che sono ben più complessi e incerti delle precedenti riesumazio- (1) A. Cronia, Op. cit., 39. (2) E guida sarebbe per Roma il vecchio libro di Pietro Luigi Galletti, Inscriptiones Romanae infimi aevi Romae extantes..., Romae, 1760, Tomi III (con ricca messe necrologica ed epigrafica per i Polacchi). 72 —