zione contro l’Austria che risultava non solo favoreggiatrice degli Uscoc-chi, ma anche partecipe dei loro bottini. La parte storica invece è trattata con maggiore serenità ed equilibrio e tutto quello che il Minucci narra, specialmente nel primo capitolo, sull’origine degli Uscocchi, sulle loro sedi e scorrerie, trova riscontro nella storia. Sicché, in conclusione, questo minuto quadro o episodio di storia croata ha avuto quel rilievo che meritava. Risolta la questione uscocca e ridotte sempre più l’aggressività e la potenza della Turchia, specialmente dopo le paci di Carlowitz del 1699 e di Passarowitz del 1718, anche la Croazia, benché il geografo e viaggiatore vicentino Filippo Pigafetta avesse detto nel 1601 che « Zagabria, capo della Schiavonia, è porta larga e aperta di Italia » (1), diede poca occasione di parlare di sé. Meno ancora gli altri stati (2). Caso strano di sistemi ancor sempre feudali e ligi aH’assolutismo del secolo fu quello di territori serbocroati che, specialmente dopo le campagne vittoriose del principe Eugenio di Savoia, furono sottratti ai Turchi e conferiti a principi italiani per meriti loro speciali o per le loro relazioni di ufficio o di parentela con gli imperatori d’Austria. Di qui i feudi concessi ai veneti Colloredo o ai Carafa napoletani. Di qui il ducato del Sirmio (Srijem) conferito nel 1697 dal- (1) Così si esprimeva nel suo Discorso intorno a quel che per ragion di guerra il Turco deve tentar quest’anno, e della difesa, ecc. dal cui manoscritto, inedito presso ¡’Ambrosiana di Milano, Carlo Morandi ha riprodotto il passo surricordato nell’articolo L’Italia nei Balcani in Primato, III (1942) n. 5. (2) Notizie sui Montenegrini appaiono in M. Bolizza, Relatione et descrittone del Sangiacato di Scutari, ecc., Venezia, 1614. Eco della congiura ungaro-croata del 1671 contro l’Austria e della conseguente decapitazione dei Conti Frangipani (Frankopan) e Zriny (Zrinski) a Wiener Neustadt, è l’edizione viennese Relatione delti processi criminali et essecutioni delti medesimi fattasi contro ti tre conti Francesco Nadasdi, Pietro di Zrin e Francesco Christofforo Frangipani, Vienna, 1671. Breve ragguaglio è la Relazione del grande incendio seguito nella città di Belgrado, Venezia, 1686. A questo si aggiunga una Relazione della Bosnia sotto il Principe di Baden, Venezia, 1688. Le vecchie falsificazioni serbe di monete veneziane (ricordate già da Dante) diedero occasione a numismatici del Settecento di parlare della Serbia : G. Zanetti, De nummis regum Mysiae seu Rasciae ad venetos typos percussis commentano-lum, Venetiis, 1750 (ottima la conoscenza della numismatica italiana, ma non cosi di quella serba); B. Nani, De duohus imperatorum Rasciae nummis, Venezia, 1750. 254 —